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Sesso con le pazienti come cura, il ginecologo Miniello resta agli arresti domiciliari

Il tribunale del Riesame di Bari ha respinto l’istanza di scarcerazione per il ginecologo barese Giovanni Miniello arrestato con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di due pazienti.
A cura di Antonio Palma
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Resta agli arresti il ginecologo barese Giovanni Miniello arrestato il 30 novembre scorso con l'accusa di violenza sessuale aggravata nei confronti di due pazienti alle quali avrebbe indicato di avere dei rapporti sessuali con lui come cura dalle loro malattie. Il tribunale del Riesame di Bari infatti ha respinto oggi l'istanza di scarcerazione che era stata presentata dai legali del medico. Nei confronti del ginecologo resta dunque valida la misura cautelare disposta dal giudice per le indagini preliminari dopo la richiesta della Procura che però pretendeva il carcere. Contro il provvedimento del Gip, infatti, anche la Procura ha chiesto una revisione chiedendo il carcere e parlando di "Condotte aberranti".

Il medico è accusato di aver proposto ad alcune pazienti rapporti sessuali con lui come cura per il papilloma virus e prevenzione del tumore dell'utero e di aver poi abusato di loro durante le visite ginecologiche, palpeggiandole nelle parti intime. Per la difesa, Miniello però andava liberato in quanto non lavora più come ginecologo dopo i fatti e dunque non potrebbe reiterare i reati che gli vengono contestati. Per questo il legale, l'avvocato Roberto Eustachio Sisto, aveva fornito una dettagliata documentazione che attestava la rinuncia di Miniello non solo ad esercitare la professione medica ma anche all'iscrizione  all'Ordine dei Medici. Era stato lo stesso ginecologo, che è già in pensione ma esercitava privatamente, ad annunciare di aver chiesto la cancellazione dall'Ordine dei Medici dopo le prime accuse nei suoi confronti

La pensa in modo diametralmente opposto invece la Procura secondo la quale "è evidente come ci si trovi di fronte a un criminale seriale che ha dato ampia prova negli anni di non possedere alcun freno inibitorio e, conseguentemente, il rischio di reiterazione appare elevato oltre misura, sicché palesemente erronea è la scelta di concessione degli arresti domiciliari, laddove ci si trova in presenza di un soggetto che nel corso degli anni in più circostanze ha tenuto in spregio assoluto leggi, etica professionale e morale".

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