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Sesso alla “famolo strano”, gli italiani ne sono diventati grandi appassionati. Ma la ricerca di piacere estremo è sintomo della paura per il futuro?

Il piacere sessuale ad ogni costo pare diventare sempre più preminente nella vita degli italiani, ce lo raccontano indagini del Censis e notizie di cronaca. Ma tutta questa voglia di vivere al massimo il presente non sarà sintomo di minore fiducia nel futuro?
A cura di pietro rinaldi
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Una studentessa fuori sede di 24 anni muore il 10 settembre a Roma per soffocamento. La disgrazia avviene nel corso di una pratica sessuale orientale – lo shibari – che vede coinvolti un ingegnere di 42 anni ed una seconda ragazza finita poi in coma farmacologico anche lei per soffocamento. Il tutto si verifica in un garage di proprietà dell’Agenzia delle Entrate. Sembra un romanzo giallo, ma è solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che il CENSIS ha registrato come in forte crescita: gli italiani hanno ridotto il controllo delle pulsioni, sono diventati più aggressivi e consumano più antidepressivi. Pare infranta del tutto quella apparentemente ferrea moralità che nei decenni scorsi ha caratterizzato il nostro Paese: il 44,8% dei giovani italiani dichiara che trasgredire è lecito se serve a soddisfare il proprio piacere, per l’85% ognuno è arbitro unico dei proprio comportamenti, perl’80% dei giovani le scelte sessuali non sono in contrasto con la morale cattolica. Gli italiani cattolici praticanti di una volta, quelli che mettevano il vestito buono la domenica per andare a sentire la Messa, pare proprio non ci siano più!

Non esprimo giudizi morali sui gusti sessuali o i comportamenti di nessuno, per carità, ma credo che una tendenza così diffusa possa essere letta come l’indicatore di una società in profonda trasformazione e, forse anche un po’ depressa. A darmi manforte in quest’idea c’è Gianluca Nicoletti con il suo articolo su La Stampa dello scorso 12 settembre.

L’idea che traspare dall’indagine CENSIS pubblicata lo scorso giugno è che il nostro Paese somigli sempre più a quel Tardo Impero Romano di cui raccontavano gli storici dell’epoca: appuntamenti al buio, matrone romane che si prostituiscono per noia, pratiche sessuali estremamente fantasiose e come si diceva tra i romani “mollezza di costumi”.

Non è il mio mestiere leggere nella psiche della gente, né interpretare fenomeni sociali ma l’idea che mi nasce è che tanta attrazione per il piacere estremo e per la trasgressione nasca da una profonda sfiducia per il futuro: se si ha paura per il domani o si è cinici sullo sviluppo della propria vita è meglio spremere il presente fino all’ultima goccia di piacere.

In quest’ottica sarebbero riconducibili ad un’unica logica: la decadenza dei costumi nell’Impero romano, le vicende personali di un premier in declino, l’incremento degli incontri sessuali al buio degli italiani, ed una morte assurda in un garage dell’Agenzia delle Entrate di una studentessa di 24 anni impiegata part-time in un call-center.

L’impero romano si dissolse sotto i colpi dei barbari ed avendo
smarrito le ragioni della propria convivenza sociale. Noi, qui, ora, aspettiamo l’arrivo dei barbari…

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