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Sentenza senza precedenti: ubriaco alla guida, lavorerà per le vittime della strada

Il 36enne veronese era stato sorpreso alla guida della sua Alfa Romeo spider con un tasso alcolemico 3 volte superiore il consentito: “Eviterà arresto e l’ammenda di 1250 euro”. Avrà anche la patente sospesa a metà.
A cura di Biagio Chiariello
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Era stato trovato alla guida della sua auto dopo aver alzato troppo il gomito: ora lavorerà per l’associazione ‘Vittime della strada'. Una sentenza senza precedenti, destinata a fare scuola quella del Tribunale di Verona che ha condannato l'automobilista, fermato ubriaco al volante, a lavorare per l'Associazione Vittime della strada.

Ne dà notizia Alberto Pallotti, presidente dell'Associazione da anni impegnata per promuovere la sicurezza stradale e tutelare le vittime di incidenti e i loro familiari.

I fatti risalgono al 6 marzo del 2021, un 36enne veronese alla guida della sua Alfa Romeo Spider viene fermato ad un posto di blocco e trovato decisamente ‘alticcio': secondo l’etilometro guidava con un tasso alcolico di quasi tre volte superiore al consentito. Aveva un livello etilico nel sangue pari a 1,24 grammi al litro a fronte del limite di 0,5 g/l: codice alla mano andava sanzionato con 23 giorni di arresto e 1.250 euro di ammenda.

"Invece il giudice Luciano Gorra – spiega Pallotti con una sentenza-pilota, destinata a fare scuola, attraverso il patteggiamento tra accusa e difesa ha applicato la convenzione approvata tra il Tribunale di Verona e l'associazione unitaria Familiari e Vittime della Strada".

Dunque l'imputato lavorerà 28 giorni per l’associazione Vittime della Strada sotto il controllo dei carabinieri. Inoltre se porterà a termine positivamente le 56 ore di pubblica utilità, la sospensione della patente gli verrà ridotta della metà (sei mesi anziché un anno).

Questa importante iniziativa è la dimostrazione che la nostra non è sete di vendetta o rivalsa- prosegue l'associazione- e che non abbiamo nulla di personale verso i colpevoli, anzi agiamo sempre per la loro rieducazione, per il loro reinserimento sociale. Siamo onorati che il giudice Gorra ci abbia considerati degni di poter agire e contribuire alla rieducazione di una persona che ha sbagliato, che ha capito i suoi errori, e farà ammenda con un servizio di pubblica utilità a favore delle vittime. È un percorso di civiltà – conclude Pallotti – una sfida affascinante per migliorare la nostra collettività".

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