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“Scuolabus abusivi”: la denuncia dell’associazione familiari e vittime della strada

E’ accorato l’appello dei familiari delle vittime di incidenti stradali, a pochi mesi dalla tragedia del bus di Monteforte Irpino, dove hanno perso la vita 40 persone. “Ho il sospetto che siano numerosi gli scuolabus abusivi a Napoli – racconta Antonio Nasti – Cerchiamo di evitare altre tragedie come quella avvenuta a Monteforte”
A cura di Gaia Bozza
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Suona la campanella in tutta Italia. Ma il pericolo, soprattutto a Napoli, è dietro l'angolo. "Cerchiamo di evitare altre tragedie come quella avvenuta a Monteforte Irpino".  E' questo l'appello accorato di Antonio Nasti, referente dell'associazione Familiari e Vittime della Strada. Il riferimento è al fenomeno degli scuolabus abusivi in tutta la Campania, ma in particolare a Napoli, nella zona flegrea. Nasti, insieme ad altri componenti dell'associazione, ha notato che "circolano diversi bus malandati, la nostra sensazione è che siano sprovvisti di regolare autorizzazione – afferma – Le mamme dovrebbero controllare meglio e informarsi quando affidano i propri figli. Faccio un appello alle istituzioni scolastiche e cittadine e alle autorità preposte: prendano provvedimenti rispetto a questo problema. Ho visto bimbi che vengono trasportati in piedi, su sediolini che sembrano non idonei e molto vecchi, bus già ad un primo sguardo fatiscenti".

"Sulla sicurezza stradale siamo tutti responsabili – continua Nasti – Sia chi è stato vittima di un incidente stradale, sia chi non lo è stato. Anche le scuole, aprano gli occhi: segnalino casi sospetti. Non possono guardare solo dentro la scuola, senza spostare lo sguardo su quello che accade appena fuori. Noi siamo stati colpiti da una tragedia immensa, io ho perso mio figlio in un incidente stradale, e sto cercando di sensibilizzare la cittadinanza su questo diffuso problema, troppo spesso sottovalutato. Si tratta di trasporto di minori, si tratta di bambini, non si può agire con superficialità".

"Siamo stati anche ‘avvertiti' di non continuare in quest'opera di sensibilizzazione e denuncia – confessa Nasti – Alcune persone ci hanno avvicinate dicendoci di fare un passo indietro. Noi non ci arrendiamo, però non possiamo fare tutto da soli. Per questo facciamo un appello alle istituzioni: vigilate".

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