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Scuola, oggi tornano in classe 220mila studenti in tre Regioni: manifestazioni in tutta Italia

Tornano oggi in classe 220mila studenti delle superiori in tre regioni italiane, Valle d’Aosta, Toscana e Abruzzo, che si sono adeguate alle direttive del Governo, andandosi ad aggiungere alle province autonome di Trento e Bolzano, in classe già dal 7. Tutte le altre hanno deciso di rinviare. Intanto, proseguono le mobilitazioni in tutta Italia per chiedere chiarezza sull’apertura delle scuole, mentre l’Esecutivo è al lavoro sul nuovo Dpcm.
A cura di Ida Artiaco
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Oggi, lunedì 11 gennaio, tornano in classe 220mila studenti delle scuole superiori. Lo faranno solo in tre regioni, a differenza di quanto stabilito dal governo: si tratta di Valle d'Aosta, Toscana e Abruzzo, che si aggiungono alle province autonome di Trento e Bolzano, dove i ragazzi sono tornati in aula lo scorso 7 gennaio insieme ad elementari e medie. Tutte le altre, invece, hanno deciso di rinviare l'inizio delle lezioni dopo la fine delle vacanze di Natale, in attesa di conoscere l'evoluzione della curva epidemiologica nei prossimi giorni, o addirittura settimane, come stabilito dai singoli governatori. Chi tornerà in presenza non potrà però ancora dire addio alla Dad: la presenza è infatti al 50%, che dovrà avvenire rispettando, come sempre, tutte le misure anti contagio dalle mascherine al distanziamento all'igiene.

Il calendario del rientro a scuola regione per regione

Oggi, dunque, tornano a scuola solo gli studenti delle superiori di Valle D'Aosta, Toscana e Abruzzo, oltre a quelli delle province di Trento e Bolzano. Il 18 gennaio è in programma il rientro sui banchi degli studenti di Molise, Puglia, Lazio, Liguria, Piemonte. Dopo una settimana, il 25 gennaio, toccherà a Campania, Emilia Romagna, Umbria e Lombardia. Gli ultimi a tornare a scuola saranno gli studenti della Calabria, Veneto, Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Marche e Basilicata: per loro il rientro è previsto addirittura il primo febbraio. Ma è tuttavia ancora tutto da vedere. Molto dipenderà dall'evoluzione della curva dei contagi nei prossimi giorni. Anche perché i governatori delle Regioni non intendono arretrare di un passo rispetto alla loro scelta. Come il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che ha rivolto alla ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, un appello dalle pagine del Corriere della Sera: "Le chiedo di fare dichiarazioni adeguate alla serietà del ruolo che ricopre. Fare una classifica tra lavoro e scuola io credo sia devastante e invito il ministro a non farlo. Impostare una sfida tra esigenze primarie penso sia profondamente sbagliato".

Il tema scuola nel nuovo Dpcm

Di scuola, intanto, si parlerà di certo anche nel nuovo Dpcm, che il governo discuterà sempre oggi e che dovrebbe entrare in vigore dal prossimo 16 gennaio. Nel testo in questione dovrebbe essere introdotta una nuova zona bianca, per le regioni con Rt sotto lo 0,5, nella quale sarebbero aperte tutte le attività e le scuole. Ciò che è certo è che il tema scuola sarà centrale ancora una volta nelle discussioni dell'esecutivo, come sottolineato dal ministro Boccia: "Prima si mettono in sicurezza sanitaria le comunità, prima si fanno tornare a scuola in presenza tutti gli studenti delle scuole superiori e poi si potrà tornare a parlare di impianti da sci".

Manifestazioni in tutta Italia per l'apertura delle scuole

Sempre oggi, poi, sono in programma una serie di manifestazioni di studenti e professori che chiedono maggiore chiarezza da parte del governo. Già sabato a Trieste, sono scesi in piazza rappresentanti del comitato "Priorità alla scuola" per lanciare un appello all'immediata apertura di tutte le scuole con il contestuale potenziamento delle misure di prevenzione e protezione. Nelle prossime ore mobilitazioni ci saranno anche a Roma, Firenze, Milano, Faenza, Pescara, Viterbo, Salerno, Parma, Imola, Trieste, Ancona, La Spezia, Pisa. "Non si può tenere aperto tutto, mentre la scuola resta sempre chiusa, da ormai un anno", ha sottolineato il comitato, mentre i sindacati chiedono risposte anche sui vaccini. "Chi deve decidere se vaccinare il personale della scuola – le parole della segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi -, lo faccia senza indugi con una proposta seria e di governo. Tutti i professori e il personale che sistematicamente viene a contatto con gli studenti, dev'essere coperto da misure anticontagio come il vaccino".

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