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Sciopero supermercati oggi 30 marzo 2024, dove è a rischio la spesa e in quali punti vendita

Supermercati in sciopero oggi, sabato 30 marzo, alla vigilia di Pasqua. I sindacati hanno proclamato la mobilitazione per il mancato rinnovo dei contratti. Da Carrefour e Pam passando per Esselunga e Lidl a rischio diverse catene in tutta Italia.
A cura di Biagio Chiariello
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Oggi sabato 30 marzo 2024, alla vigilia di Pasqua, è stato proclamato uno sciopero di tutto il personale dipendente dalle imprese che applicano il CCNL della distribuzione moderna organizzata, e che quindi sono a rischio diverse catene di supermercati in tutta Italia con l'astensione sull'intero turno di lavoro.

A una settimana dal rinnovo del contratto nazionale del terziario con Confcommercio e Confesercenti sono infatti saltate le lunghe e difficili trattative con Federdistribuzione. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno proclamato otto ore di sciopero in tutta Italia per il 30 marzo e con la mancata disponibilità al lavoro per il 31 e il primo aprile.

Per la giornata di oggi potrebbero quindi non alzare le saracinesche i supermercati di molte grandi catene, non solo del settore alimentare. Solo per dirne alcune: Lidl, Carrefour, Esselunga, Pam Panorama e Metro. Ma ci sono anche altri marchi che aderiscono alla protesta.

In quali città scioperano i supermercati sabato 30 marzo 2024

Da nord a sud per la giornata odierna sono previste manifestazioni sindacali.

In Lombardia è previsto un presidio a Milano dalle 8.30 alle 13.30 davanti all'Esselunga di Viale Umbria e uno a Carugate (Mi) di fronte ai punti vendita Ikea, Leroy Merlin e il centro commerciale Carosello.

E tra le 10 e le 12 davanti all'ipermercato Carrefour di corso Montecucco a Torino il 30 marzo manifestano i lavoratori del commercio.

Anche a Palermo sono in mobilitazione i dipendenti di aziende come Lidl, Zara, Rinascente, Leroy Merlin, Oviesse, Penny Market e il gruppo Ergon, che scendono in piazza con le bandiere di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs.

Presidi e iniziative pubbliche in programma in Veneto tra le 9.00 e le 13.30. La vertenza riguarda a livello nazionale circa 500mila addetti della Gdo, in Veneto 30mila, il 65% rappresentato da donne. A Belluno è previsto un presidio presso la Despar e Famila i zona ospedale; a Mestre (Venezia) iniziativa simile in piazzetta Coin; a Padova presso Ikea, Ipercity, Despar in via Battaglia e presso la Lidl in via Card. Callegari; a Rovigo un presidio presso la Prefettura; a Treviso presso il Panorama Stiore; a Verona davanti alla Prefettura, e a Vicenza presso il negozio Leroy Merlin.

Si sciopera anche in Toscana per l'intera giornata. Lo annunciano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs della Toscana dopo la rottura delle trattative con Federdistribuzione per il mancato rinnovo del Ccnl, scaduto nel 2019.

Quali catene di supermercati sono a rischio chiusure

Ad aderire allo sciopero sono tantissimi marchi. Una protesta che arriva alla vigilia di Pasqua, giorno in cui moltissimi italiani sono impegnati nella spesa per il pranzo di domani.

Disagi dunque potrebbero verificarsi nei supermercati Esselunga, Lidl, Carrefour, Penny Market, Pam così come nei punti vendita Arcaplanet, Acqua&Sapone, Obi, Ikea, Metro, Rinascente, Kiko, Coin, Ovs, Zara e Upim.

Le motivazioni dello sciopero

Il contratto nazionale interessa oltre 240mila dipendenti di imprese associate a Federdistribuzione. Come detto il rinnovo era attesa dal 2019. Le trattative sono proseguite fino al 27 marzo poi è arrivata la decisione di indire lo sciopero.

"Purtroppo – scrivono i sindacati – a distanza di anni, l'insofferenza di Federdistribuzione verso i contratti non scema, anzi si è acuita. Sono trascorsi ormai quasi 51 mesi dalla scadenza del primo (e ultimo) Ccnl sottoscritto dalla citata associazione datoriale con e la ritrosia patologica a dare il giusto riconoscimento in termini economici ai dipendenti delle aziende sue associate non accenna ad attenuarsi".

Alla base della decisione di scioperare oggi 30 marzo c'è – secondo i sindacati – "l'introduzione di una flessibilità incontrollata con contratti a termine di durata indeterminata, oltre i 24 mesi".

Le sigle lamentano poi la mancata di disponibilità al dialogo su "appalti e terziarizzazioni" e "franchising".

I sindacati puntano il dito tra l'altro contro "lo smembramento del sistema di classificazione del personale, il sotto inquadramento di chi ha responsabilità di interi format commerciali complessi e la creazione di una nuova mansione per la movimentazione delle merci svuotando l'attuale previsione al quarto livello"

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