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Schermitrice 17enne violentata, la madre: “Voleva suicidarsi, noi abbandonati da giustizia italiana”

La madre dell’atleta 17enne uzbeka violentata lo scorso agosto durante un ritiro a Chianciano Terme: “Voleva suicidarsi, sta male. Delusa da tutti, la Federazione non l’ha protetta”.
A cura di Biagio Chiariello
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“La Federscherma non ha mosso un dito e anche la giustizia italiana mi ha delusa”. A parlare è la madre della campionessa di scherma, di origini uzbeke, vittima di una violenza sessuale durante un ritiro a Chianciano Terme nell'agosto scorso. La donna accusa chi, secondo lei, ha abbandonato sua figlia diciassettenne dopo la denuncia di stupro nei confronti di due schermitori.

La giovane atleta, al suo risveglio, si è trovata piena di lividi. Nel sangue c'erano tracce di alcol e cannabinoidi. I due sciabolatori sono sotto inchiesta per stupro di gruppo aggravata dalla minore età della vittima. "Sto malissimo, mia figlia è in lacrime giorno e notte, non riesce a smettere di piangere. Ho dovuto portarla da un medico perché sono molto preoccupata per la sua salute. Aveva già minacciato, subito dopo i fatti, di volersi togliere la vita", rivela la donna a Repubblica.

Ho trovato un’altra ragazza non la mia bambina, era disperata", dice ancora.

La madre della schermitrice dice di aver saputo dell'accaduto da una sua compagna di stanza che l'ha chiamata al telefono: "Lei era tornata in camera e in preda al panico aveva raccontato alla sua compagna cosa ricordava. Quell’atleta ha subito compreso quello che le era accaduto, le ha detto che secondo lei era stata vittima di abusi. Così le ha consigliato di chiamarmi subito ma forse mia figlia non era in grado. Sono corsa subito da lei, ero nelle vicinanze del campus, e mi ha accompagnata un’altra mia figlia".

La donna si è quindi precipitata presso la struttura, il camp International Sabre, a Chianciano Terme. La prima denuncia è stata ad alcuni responsabili del campus che "hanno tempestivamente allontanato dalla struttura i ragazzi che erano coinvolti temendo, secondo me, che potesse uscire la notizia o che venissero arrestati".

Sono delusa dal comportamento della Federazione italiana di scherma che non si è mai preoccupata per lei e anche da quello della giustizia italiana che non l’ha protetta come doveva. Abbiamo dovuto denunciare tutto sulla stampa dopo 7 mesi dall’accaduto perché mia figlia incontrava come se niente fosse successo i ragazzi che l’hanno violentata".

"Ritengo che sia vittima di una forma di razzismo perché non è italiana – conclude -. Come possono accadere queste violenze di genere senza che nessuno faccia nulla a tutela della donna e ancor più verso mia figlia che è ancora una bambina?", si cheide.

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