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Sara e il dramma della chemio: “Il Fisco mi ha chiesto di motivare l’acquisto della parrucca”

La denuncia di Sara Recordati, giornalista e scrittrice, che nel 2016 ha scoperto di avere un tumore aggressivo al seno e che ha ricevuto una lettera dall’Agenzie delle Entrate che chiede di dimostrare di aver versato 12mila e 500 euro all’ospedale in cui è stata operata e dimostrare l’acquisto di una parrucca di 300 euro: “Mi sento presa in giro”.
A cura di Ida Artiaco
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Sara Recordati (Facebook).
Sara Recordati (Facebook).

"Mi chiedono, oggi, il certificato CEE della parrucca e una richiesta medica che giustifichi il fatto che ne avessi bisogno come “supporto in una condizione di grave disagio psicologico” perché ero rimasta senza capelli e non, per dire, per andare a una festa di carnevale". È quanto ha denunciato Sara Recordati, giornalista e scrittrice di 47 anni, sulle pagine del Corriere della Sera. La donna, che nel 2016 aveva scoperto di avere una forma aggressiva di tumore al seno e aveva deciso di investire tutti i suoi risparmi nelle migliori cure possibili, ha raccontato di quando si è vista recapitare un accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate. Un vero e proprio colpo di scena. La lettera in questione chiede di dimostrare di aver versato 12mila e 500 euro all’ospedale in cui è stata operata e dimostrare l’acquisto di una parrucca di 300 euro.

Sara, infatti, dopo aver ricevuto la diagnosi, ha deciso farsi operare privatamente per non dover aspettare mesi che le sarebbero potuti essere preziosi. Dopo l'intervento, si è sottoposta alla chemioterapia ed è ora sulla via della guarigione. Una storia apparentemente come le altre se non fosse per questa richiesta del Fisco. "Lo Stato – ha detto Sara al Corriere della Sera – si è insospettito delle alte spese mediche che avevo sostenuto quell’anno, ma ci sono state perché purtroppo mi sono ammalata. Inoltre, sembra avere dubbi su una fattura emessa da una struttura pubblica, che quindi allo stato appartiene. E sorvolo sul fatto che mentre ero sotto i ferri mi è stata rubata la borsa dall’armadietto della camera. Non bastasse, la storia della parrucca. Quando nella dichiarazione dei redditi avevo anche allegato la richiesta medica della mia oncologa solo che, essendo piuttosto sconvolta in quel periodo, l’avevo fotocopiata male, si legge solo in parte. Anche se chiaramente si vede che è richiesta per "alopecia". Mi era costata 300 euro, anche se una mia assicurazione ne aveva coperto in parte il costo, quindi si parla di 100 euro. Perdere tutti i capelli è tremendo: non mi riconoscevo più allo specchio, non riconoscevo più nemmeno l’odore della mia pelle. Ho scelto questa parrucca simile ai miei capelli".

Cosa intende fare ora? "Mi piacerebbe incontrare il signore che ha scritto questo accertamento – ha concluso -. Ma senza astio, solo per chiedergli a cosa stava pensando, con quale priorità abbia scritto un messaggio del genere. Come fai a chiedermi come mai ho comprato la parrucca? Sembra veramente un caso di ottusità estrema che va a cozzare con una sensibilità ferita. Non ho mai avuto problemi con il Fisco, non ho certo guadagni iperbolici e sono serena per come ho sempre gestito le cose. La sensazione è di essere presi in giro da un apparato che non funziona e si accanisce su cose futili e, sinceramente, avverto della cattiva fede nel sospettare che una donna che voglia truffare il Fisco per qualche decina di euro per una parrucca, dopo che ha fatto la chemioterapia. Questa ottusità mi addolora".

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