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Sanità sospesa per 35 milioni di italiani durante il Covid: visite e servizi cancellati o rimandati 

Sanità sospesa per 35 milioni di italiani. Questo è il numero di persone che durante la pandemia ha avuto problemi a utilizzare servizi e prestazioni sanitarie per patologie non-Covid, secondo quanto emerso dall’indagine della Fondazione Italia in Salute, realizzata da Sociometrica, per quantificare su scala nazionale le conseguenze dell’epidemia sul sistema sanitario.
A cura di Susanna Picone
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Trentacinque milioni di italiani durante la pandemia di Coronavirus hanno avuto problemi a utilizzare servizi e prestazioni sanitarie per patologie non legate al Covid-19. Cancellazioni e rinunce hanno coinvolto circa 10 milioni di persone: fra queste circa 400.000 persone hanno rinunciato (o gli hanno cancellato) interventi di ricovero, 600.000 non hanno potuto fare interventi chirurgici e circa un milione non hanno avuto le prestazioni di day hospital. È questa la fotografia che emerge dalla ricerca della Fondazione Italia in Salute, e realizzata da Sociometrica, per quantificare le conseguenze dell’epidemia sulla sanità italiana. Lo studio è stato realizzato su un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta che affronta, oltre le patologie non-Covid, anche l’impatto sui comportamenti collettivi, lo stato psicologico del Paese e l'atteggiamento di fiducia o di diffidenza verso i vaccini.

Lo studio di Fondazione Italia in Salute

Il servizio a cui hanno dovuto rinunciare maggiormente gli italiani sono le visite specialistiche: in circa 7 milioni sono rimasti senza. Un quadro che ha colpito in particolare la categoria degli over 65 anni: ben l’83,9% del campione intervistato si è visto cancellare o ha deciso di abbandonare le cure specialistiche. Emerge anche che il 63,9% della popolazione preferisce evitare di frequentare ospedali e ambienti della sanità per paura di prendere il Covid-19. Solo il 13,8% non ha timore a entrare in strutture mediche. La paura maggiore si riscontra tra la popolazione più giovane.  “Scopriamo un’Italia in grande sofferenza – commenta Antonio Preiti, direttore Sociometrica – non solo sul piano economico e sociale, ma sul piano molecolare, delle singole persone, che non salva nessuno e nessun aspetto della vita com’eravamo abituati a viverla. Avere cognizione dell'ampiezza e della profondità del ‘male oscuro’ innescato dal Covid è fondamentale, se vogliamo uscirne senza traumi sociali permanenti”.

La fiducia nei vaccini anti-Covid

Per quanto riguarda i vaccini e la percezione e fiducia mostrate degli italiani, dallo studio emerge che il il 7,5% degli intervistati non intende fare il vaccino anti-Covid19, il 9,9% attende di capire di più, mentre il 7,6% vorrebbe poter scegliere quale vaccino farsi somministrare. Simili i numeri – un italiano su quattro – che riguardano coloro che non vedono l’ora di fare il vaccino, mentre il 40,5% spiega di voler attendere tranquillamente il proprio turno per potersi vaccinare. A desiderare di essere vaccinate sono le persone con patologie di vario tipo; le più favorevoli ai vaccini sono quelle più istruite.

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