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Rimborsi ‘facili’ in Piemonte, 43 indagati. Anche il governatore Cota

Scontrini per fast-food, videogame, biglietti per le partite di calcio, profumi, fiori e una lavatrice. E’ quanto emerge dall’inchiesta sulle spese pazze del Consiglio regionale. Peculato, truffa e finanziamento illecito i reati ipotizzati dalla Procura nei confronti degli indagati (19 del Pdl e 12 della Lega).
A cura di Biagio Chiariello
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43 consiglieri regionali iscritti nel registro degli indagati da parte della Procura nell'ambito delle indagini sui presunti rimborsi irregolari in Piemonte. Sono stati notificati gli avvisi di conclusione dell'inchiesta che coinvolge, tra gli altri, anche il governatore Roberto Cota (Lega), il presidente dell'assemblea di Palazzo Lascaris, Valerio Cattaneo (Pdl), e l'ex presidente della Regione, Mercedes Bresso (Pd).  Cene al ristorante e ai fast food, videogiochi, cravatte, valigie in pelle, prodotti per animali, benzina, biglietti per le partite di calcio, profumi, fiori e una lavatrice. Queste, in ordine sparso, sarebbero le spese contestate ai 43 politici. Ad incastrarli sarebbero i tabulati telefonici in mano ai magistrati. Centinaia e centinaia di telefonate fatte dai consiglieri indagati. E tra le spese contestate, racconta La Stampa, ci sarebbe anche un viaggio fatto a Roma per assistere al convegno nazionale del Pdl nel 2011, costo: 13 mila euro. "La manifestazione fallì per l’assenza dei simpatizzanti invitati, il proprietario pretese il rispetto del rapporto contrattuale e per scongiurare il pericolo di un contenzioso pagammo la spesa", ha spiegato il consigliere Angiolino Mastrullo ai magistrati.

Tutti i 43 indagati – Lui è uno dei numerosi esponenti del centrodestra coinvolti nell'inchiesta. Ci sono anche  Luca Pedrale, C ristiano Bussola, Daniele Cantore, Alberto Cortopassi, Rosa Anna Costa, Girolamo La Rocca, Lorenzo Leardi,Angiolino Mastrullo, Carla Spagnuolo, Pier Francesco Toselli, Michele Formagnana (tutti Pdl). Poi Franco Maria Botta, Marco Botta, Augusta Montaruli, Massimiliano Motta (Fratelli d’Italia), e Angelo Burzi, Roberto Tentoni, Rosanna Valle (Progett’Azione). E ancora Mario Carossa, Antonello Angeleri,Roberto De Magistris, Massimo Giordano, Federico Gregorio, Elena Maccanti, Gianfranco Novero, Giovanna Quaglia, Michele Marinello, Riccardo Molinari, Paolo Tiramani, tutti della Lega Nord, oltre a Cota. Poi Monica Cerutti (Sel), Andrea Buquicchio (Italia Valori),Luigi Cursio (Italia Valori) e Tullio Ponso (Italia Valori). Coinvolti anche Andrea Stara (Insieme per Bresso) e Michele Dell’Utri (Moderati), Maurizio Lupi (Verdi Verdi) e Luigi Cursio, del Gruppo Misto, insieme a Boniperti e Cattaneo. Avviso di garanzia anche per Michele Giovine. Nessun indagato tra i membri del Pd. Peculato, truffa e finanziamento illecito i reati ipotizzati dalla Procura di Torino

Il Governatore Cota si difende – "Non ho mai fatto cene e festini in maschera, come è avvenuto altrove. Non ne avrei avuto il tempo e non è assolutamente nella mia indole di uomo e padre di famiglia". Si difende così il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, in una lettera inviata ai giornali. "Mi contestano spese per 800 euro al mese per tre anni, ma io sono un presidente leale", scrive Cota. In realtà nel database in mano alla Procura, ci sono anche "celle" che agganciano le telefonate al luogo da cui partono. "Non mi trovavo in quel posto in quel giorno", ripete però Cota.

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