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Prof suicida, sms agli studenti che lo denunciarono: “Avete un morto sulla coscienza”

Continua a tenere banco il drammatico caso di Francesco Parillo, 53 anni, docente di Anatomia degli animali domestici, condannato in primo grado a tre anni di reclusione per “carezze hard” ad alcuni studenti della facoltà di Veterinaria dell’università Unicam di Matelica dove insegnava da nove anni.
A cura di Biagio Chiariello
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“Come vi sentite ad avere un morto sulla coscienza?”: questo sms sarebbe arrivato a tre studenti dell’Università Unicam di Matelica (Macerata) che avevano denunciato per molestie sessuali il professore Francesco Parillo, 53 anni, morto suicida martedì 24 aprile, il giorno dopo aver appreso della condanna in primo grado a tre anni di reclusione. Una condanna durissima per lui che si era sempre dichiarato innocente, poi l’interdizione all’insegnamento, che era la sua vita. Il motivo per cui mi accusano è la cattiveria delle persone. Io sono un professore esigente e evidentemente qualcuno non mi può vedere. Mai avuto contatti sessuali con gli studenti”, aveva detto in tribunale, a processo per quelle presunte “carezze hard” che, secondo l’accusa, aveva compiuto nel 2011. “Gli atti di cui mi accusano? Erano del tutto normali senza alcuna valenza sessuale”, aveva ribadito. Il giudice però ha ritenuto quelle accuse del tutto attendibili e lo ha condannato.  Così il professore ha assunto un mix di farmaci, per lo più oppiacei, e si è ucciso.

Adesso i tre studenti che si erano costituiti parte civile al processo contro il professore vivono ore di angoscia, soprattutto dopo l’sms arrivato loro, spiega Il Mattino. “Non doveva finire così, avevamo denunciato il professore perché venisse allontanato dall’Università, perché la smettesse di infastidire i ragazzi, per ‘salvare’ altri studenti”, hanno fatto sapere. Un collega di Parillo, il professor Massimo Zerani, è invece convinto che si sia trattato di bullismo spinto alle estreme conseguenze: “Come agnello sacrificale è stato abbandonato alla ferocia dei lupi da istituzioni, colleghi ed amici”, ha scritto in una mail a conoscenti. “Questo è un classico esempio di bullismo arrivato alle estreme conseguenze – ha aggiunto, parlando con i giornalisti -. Abbiamo perso un uomo di grande valore scientifico”.

Anche l’avvocato Stefano Mengucci, che tutela una delle presunte vittime, è profondamente turbato dallo sconvolgente epilogo della vicenda. "Il mio cliente è molto dispiaciuto, non voleva certo che finisse così. Conosceva da molto tempo il prof.Parillo e per lui è stato difficile sporgere denuncia, ma ha pensato di fare la cosa giusta per evitare ad altri di subire le stesse cose capitate a lui. Qualcuno ha parlato di bullismo – dice Mengucci – è una tesi assurda. Sono stati sentiti tanti testimoni, senza alcuna contraddizione per fatti accaduti durante esami, e il Tribunale ha inflitto una pena più alta di quella chiesta dal Pm. Certo nessuno voleva che il professore morisse”.

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