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Preso a martellate in testa dal figlio sotto casa, Enrico muore dopo due mesi di agonia

Con la morte di Enrico Sergi si aggrava ora la posizione del figlio, il 45enne Raffaele Sergi, reo confesso dell’aggressione avvenuta a Torino, che ora potrebbe essere accusato di omicidio.
A cura di Antonio Palma
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Non ce l’ha fatta Enrico Placido Sergi, l’uomo colpito a martellate in testa dal figlio e trovato in una pozza di sangue sotto casa sua alla fine dello scorso mese di aprile a Torino. L’uomo è deceduto nelle scorse ore all'ospedale Cto di Torino dove era ricoverato da quel terribile 29 aprile quando fu trovato privo di sensi da un vicino di casa nel cortile condominiale del palazzo di corso Bramante.

L’uomo di 71 anni era stato ricoverato in condizioni serie a causa delle ferite riportate nell’aggressione e anche operato chirurgicamente ma non si è mai più ripreso fino al decesso avvenuto nella notte tra domenica e lunedì. Con la sua morte si aggrava ora la posizione del figlio, il 45enne Raffaele Sergi, reo confesso dell’aggressione che ora potrebbe essere accusato di omicidio.

Raffaele Sergi
Raffaele Sergi

Dopo una brevissima fuga dal luogo dell’aggressione al padre, l’uomo era stato arrestato e aveva ammesso l’attacco al genitore. Alla base del gesto ci sarebbero litigi sempre più frequenti col genitore affetto da una malattia neurodegenerativa e l’impossibilità di gestire la situazione dopo la diagnosi.

Il quarantacinquenne, che non abitava coi genitori ma in un appartamento vicino e li aiutava recandosi spesso presso la loro abitazione, ha raccontato di aver colpito il padre perché esasperato dalla situazione. Raffaele Sergi ha rivelato alla polizia di non riuscire più a gestire il padre, con inevitabili e frequenti liti. Proprio l’ennesima lite sarebbe alla base del gesto estremo dell’uomo.

Quella mattina pare che stesse accompagnando il padre Enrico a prendere il giornale come faceva sempre ma nel cortile lo scatto di ira e le martellate. A trovare il 71enne a terra fu un vicino di casa che stava uscendo con l’auto dal cortile. Trasportato d’urgenza in ospedale e ricoverato nel reparto di rianimazione, l’uomo non si è mai più ripreso.

Dopo una brevissima indagine, il figlio fu fermato dalla polizia poco lontano, ancora sporco di sangue mentre vagava in stato confusionale. L’uomo aveva confessato immediatamente e quindi era stato arrestato per tentato omicidio.

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