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Papa Francesco: “Mi danno fastidio quelli che pregano come pappagalli, ci vuole cuore”

“Mi da un po’ di fastidio quando sento cristiani che recitano come pappagalli. Recitando a memoria non ti sei incontrato con il Signore con quel versetto. Non è un problema di memoria ma di memoria del cuore” ha dichiarato papa Francesco questa mattina durante l’Udienza Generale nella Biblioteca del Palazzo Apostolico in Vaticano.
A cura di Antonio Palma
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"A me da un po' di fastidio quando sento cristiani che recitano versetti della Bibbia come i pappagalli" così oggi Papa Francesco si è rivolto ai fedeli questa mattina durante l'Udienza Generale nella Biblioteca del Palazzo Apostolico in Vaticano. Col suo solito modo di parlare molto diretto, il Pontefice questa volta ha puntato il dito contro i cristiani che pregano recitando versetti a memoria senza capirne il significato e soprattutto senza metterci cuore e passione. Parlando a braccio per riprendere il suo ciclo di catechesi sulla preghiera, incentrato oggi sulla preghiera con le Sacre Scritture, Bergoglio ha affermato: "Recitando a memoria non ti sei incontrato con il Signore con quel versetto. Non è un problema di memoria ma di memoria del cuore, quella che ti apre all'incontro con il Signore e quel versetto quella parola ti porta all'incontro con il Signore".

"Le parole della Sacra Scrittura non sono state scritte per restare imprigionate sul papiro, sulla pergamena o sulla carta, ma per essere accolte da una persona che prega, facendole germogliare nel proprio cuore” ha dichiarato poi Papa Francesco dalla Biblioteca del Palazzo apostolico da dove ormai è abituato a celebrare l’udienza generale  in questo periodo di pandemia mondiale. "Noi, dunque, leggiamo le Scritture perché esse “leggano noi”. Ed è una grazia potersi riconoscere in questo o quel personaggio, in questa o quella situazione. La Bibbia non è scritta per un’umanità generica, ma per noi, per me, per te, per uomini e donne in carne e ossa, ma uomini e donne che hanno nome e cognome, come io, come te. E la Parola di Dio, impregnata di Spirito Santo, quando è accolta con un cuore aperto, non lascia le cose come prima: mai. Cambia qualcosa. E questa è la grazia e la forza della Parola di Dio" ha aggiunto Bergoglio, concludendo: "Attraverso la preghiera, la Parola di Dio viene ad abitare in noi e noi abitiamo in essa. La Parola ispira buoni propositi e sostiene l’azione; ci dà forza e serenità, e anche quando ci mette in crisi ci dà pace. Nelle giornate “storte” e confuse, assicura al cuore un nucleo di fiducia e di amore che lo protegge dagli attacchi del maligno. Così la Parola di Dio si fa carne, mi permetto di usare questa parola, si fa carne in coloro che la accolgono nella preghiera".

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