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Palermo, il giorno dopo il nubifragio: “Tombini esplosi, ho visto donna ricoperta di scarafaggi”

Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha chiesto lo stato di calamità naturale per il capoluogo regionale. La bomba d’acqua che ha travolto ieri la città, al momento senza vittime, ha lasciato su viale della Regione enormi quantità di fango e detriti, oltre che decine di automobili ancora da recuperare. “Ieri è successa la fine del mondo”, dice a Fanpage.it una delle persone che si è salvata nuotando nei sottopassaggi completamente allagati.
A cura di Luisa Santangelo
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Come la fine del mondo. Chi era nei sottopassaggi di viale della Regione, la circonvallazione di Palermo, racconta la sua storia sulla "bomba d'acqua" di ieri senza distogliere gli occhi dal fango. Ci sono decine di auto intrappolate in mezzo al fango. In viale Lazio una Fiat Panda è in bilico sul guard rail e la sua proprietaria non riesce a spiegarsi come sia possibile. In via Leonardo Da Vinci c'è una striscia marrone per indicare il livello raggiunto dalla pioggia nel pomeriggio di ieri: in un paio d'ore, fino alle 18.30 di ieri, sono cadute gocce per 117 millimetri. Che dalla parte alta della città sono scese a valle, finendo come in una cascata – ingrossata da fogliame e spazzatura – nelle depressioni di una delle strade più trafficate di tutta la Sicilia.

La notizia dei due morti, diffusa ieri, è stata smentita. La macchina bianca all'interno della quale avrebbero dovuto trovarsi queste persone è stata tirata fuori, vuota, nella tarda mattinata di oggi dal sottopassaggio di via Da Vinci, mentre le pompe idrovore di vigili del fuoco, Amap e protezione civile regionale eliminavano litri e litri di pioggia e fango. Il giorno dopo il disastro a Palermo si superano i 35 gradi. È una giornata caldissima e assolata, ma il traffico completamente bloccato in tutta la città denuncia quanto accaduto. Interrotto viale della Regione in più punti per permetterne la messa in sicurezza, il serpentone chilometrico di automobili viene sorvegliato dall'alto da uno degli elicotteri che perlustrano la città.

"È stato un evento del tutto eccezionale", comincia il sindaco Leoluca Orlando in conferenza stampa, a Palazzo delle Aquile. In piazza, un piano più in basso di Sala delle Lapidi (quella del Consiglio comunale, usata per l'occasione per l'incontro con i giornalisti), alcune decine di cittadini brandiscono cartelloni neri a lutto e gridano per le dimissioni di Orlando. "La gente ha dovuto nuotare nel fango, Palermo affoga", urlano i manifestanti. Orlando, dal canto suo, chiede lo stato di calamità naturale al governo. "Mi sento responsabile per quello che è successo – dichiara – Ma proprio perché mi sento responsabile voglio che le vere responsabilità vengano fuori".

Ce l'ha con la Regione Siciliana. Con la protezione civile per non avere diramato un'allerta meteo adeguata: nel bollettino del 14 luglio (riferito al giorno successivo) e in quello del 15 luglio (diramato alle 16 di ieri) la città di Palermo è indicata in verde, che corrisponde a un livello di "generica vigilanza". Il sindaco del capoluogo regionale punta anche più in alto: "Dal 2014 è pronto un primo progetto per il rilascio in mare, cioè quello che oggi è di attualità", spiega. Vuole sottolineare come il piano per adeguare le fognature della città sia in un cassetto da tempo: "La Regione Siciliana non ha firmato il decreto di finanziamento. E poi siamo stati commissariati sul tema del dissesto idrogeologico: perché non facevamo la gara d'appalto, ma come potevamo farla senza soldi?". Orlando tuona di esposti in procura e alla Corte dei conti, parla di "spoliazione delle competenze del Comune".

Il dato, però, resta: "Una donna era ricoperta di scarafaggi, significa che sono esplosi i tombini", racconta una donna. E poi viale della Regione è diventato una "piscina olimpionica", interviene un ragazzo. Anche la sua automobile è intrappolata nel fango. "Sono uscito perché ho aiutato una signora che era sul tettuccio della sua macchina quando la macchina ha cominciato a muoversi. Mi sono buttato in acqua con lei". La storia è simile per tutti quelli rimasti bloccati in strada. All'improvviso l'acqua comincia a entrare dallo sportello, poi in un attimo una colonna d'acqua che sommerge tutto, supera il metro, arriva con forza e spinge giù. "Come le sabbie mobili". O fa galleggiare perfino i suv, che finiscono uno sull'altro. Al momento, senza causare vittime.

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