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Palermo, corruzione sul servizio ambulanze al Policlinico: arrestati ex funzionario e imprenditore

Ancora un caso di corruzione nella sanità siciliana dove due persone sono state arrestate nell’ambito dell’operazione “Tutto in regola” che ha fatto emergere irregolarità nella gestione del servizio delle ambulanze del Policlinico “Paolo Giaccone” del capoluogo siciliano. Si tratta di un ex funzionario e di un imprenditore.
A cura di Chiara Ammendola
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I controlli dei carabinieri del Nas
I controlli dei carabinieri del Nas

Sono due le persone arrestate nell'ambito dell'operazione "Tutto in regola" effettuata dai finanzieri del comando provinciale di Palermo insieme con i carabinieri del Nas che ha visto sotto indagine il servizio ambulanze del Policlinico “Paolo Giaccone” del capoluogo siciliano.

I due sono accusati di corruzione insieme con altre tre persone che risultano indagate. Agli arresti domiciliari sono finiti Maurizio D’Angelo, 64 anni, ex segretario del Dipartimento dei servizi centrali del Policlinico, e Alessandro Cacioppo, messinese di 49 anni, ex rappresentante legale della Italy Emergenza Cooperativa Sociale, che ha avuto in appalto dal 2012 al 2018 la gestione del servizio delle ambulanze con sede a Messina. Secondo quanto emerso dalle indagini ci sarebbero state diverse irregolarità nella gestione del servizio di trasporto dei pazienti all’interno dell'ospedale.

In particolare al tempo l'allora funzionario D'Angelo avrebbe attestato la conformità delle fatture rilasciate dalla società alla quale era affidata la gestione delle ambulanze: in particolare le irregolarità riguardavano l’indicazione dei servizi resi e il fatto che fossero stati addebitati al Policlinico costi sul personale che già erano compresi nell'elenco delle prestazioni finanziate. L’azienda ospedaliera ha così sostenuto un costo ulteriore di 3.367.800 euro. Per aver favorito la cooperativa, D'Angelo sarebbe stato ricompensato con 130mila euro, che gli sono stati consegnati da Cacioppo attraverso una serie di stratagemmi.

In una circostanza, per esempio, la cooperativa ha corrisposto su un conto corrente cointestato a T.I., figliastra del dipendente pubblico e al coniuge, S.M.L., la somma di 80.000 euro, per un rapporto di lavoro che si ritiene non sia in realtà mai avvenuto. In un’altra circostanza, una società immobiliare, rappresentata da G.F. e di fatto collegata alla Italy Emergenza, ha versato su un conto corrente cointestato a D'Angelo e a un’anziana ulteriori 50.000 euro. Per giustificare il pagamento la società ha acquistato dalla donna un’immobile fatiscente concesso in locazione alla cooperativa che, senza alcuna logica, aveva versato immediatamente proprio la somma di 50.000 euro come pagamento anticipato dei canoni di locazione per un periodo di sei anni.

Nell'operazione sono indagati per corruzione anche T.I. (42 anni di Palermo), S.M.L. (45 anni di Palermo) e G.F. (76 anni di Messina). Con lo stesso provvedimento, il G.I.P. ha disposto il sequestro preventivo di 260.000 euro ritenuti prezzo e profitto della corruzione.

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