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Padova, aggredita con l’acido mentre è al telefono con il nuovo compagno: l’ex marito confessa

L’aggressione era avvenuta la sera del 16 febbraio ai danni di una donna di Solesino. Il 58enne Stefano Pellegrini aveva respinto inizialmente tutte le accuse: “Sono dispiaciuto per quello che le è successo”. Ma poi è crollato, messo alle strette dai carabinieri.
A cura di Biagio Chiariello
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"Sono stato io a tirarle addosso l'acido". Ha confessato Stefano Pellegrini, ex marito della donna, unico indagato per l'aggressione ai danni dell'ex compagna due settimane fa nel comune padovano di Sant'Elena, ha ammesso di aver aggredito la 52enne con l'acido. 58 anni, residente a Solesino, ora è agli arresti domiciliari e deve indossare il braccialetto elettronico.

I fatti erano avvenuti lo scorso 16 febbraio. La vittima sta rientrando a casa intorno alle 23,30 ed era al telefono con il suo nuovo compagno. Ad un tratto da dietro si è materializzato un uomo con il volto travisato.

Le ha strappato di mano lo smartphone poi le ha spruzzato il liquido corrosivo in faccia. La donna ha cominciato ad urlare, attirando l'attenzione dei residenti vicini. L'aggressore è quindi fuggito. Prima, come ha raccontato poi in sede di interrogatorio, ha spaccato il cellulare della ex poi l'ha gettato in un fossato. Quindi è tornato a casa a Solesino.

La donna era sicura di averlo riconosciuto e aveva denunciato Pellegrini: "Un uomo mi ha assalito, e io so chi è, l’ho riconosciuto da come si muoveva. Non faccio più nomi per adesso, ma quella camminata veloce, i suoi modi, è lui. Si è sempre comportato così".

I carabinieri hanno così iniziato la loro attività sotto la supervisione del comandante della Compagnia di Este, Anna Rosa D'Antuono. I militari hanno più volte sentito il 58enne che ha sempre rigettato qualsiasi addebito, dicendosi tra l'altro dispiaciuto per quanto era capitato.

Ha poi contattato lui stesso i carabinieri di Solesino dicendo di aver trovato due biglietti anonimi, scritti dal ‘vero' autore del gesto, da cui lui sarebbe risultato totalmente estraneo alla vicenda. Ai militari ha detto espressamente che qualcuno voleva incastrarlo.

Gli investigatori hanno subito trovato poco verosimili questi due elementi, riferendo che quei depistaggi non avevano alcun fondamento. L'indagato a quel punto è crollato e ha ammesso tutte le proprie responsabilità. Lo stesso indagato ha accompagnato gli inquirenti sul luogo dove aveva abbandonato il cellulare della vittima.

Pellegrini deve rispondere di tentate lesioni con lo scopo di deturpare o sfregiare in modo permanente il volto dell'ex compagna. Per questo reato sono previsti dagli 8 ai 14 anni di reclusione, su cui potrebbe pesare anche l'aggravante della premeditazione, con un ulteriore aumento di un terzo della pena.

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