Ora sappiamo come sono morti i coniugi mummificati nella villa di Verona: la loro eredità va tutta al Wwf

Della morte di Marco Steffenoni e Maria Teresa Nizzola, due coniugi di 76 e 75 anni, si era parlato molto nei mesi scorsi. Sia perché i due erano stati trovati mummificati nella loro villa praticamente per caso da un gruppo di giovani appassionati di urbex, l’esplorazione urbana di edifici abbandonati, sia perché i loro parenti avevano spiegato che i due avevano deciso di “bastarsi”, vivevano cioè isolati dal resto del mondo. E anche per questo non era così semplice dire da quanto tempo erano morti in quella villa tra le colline di Verona e Negrar che sembrava ormai abbandonata da tempo.
Delle risposte ora sono arrivate, a mesi di distanza dal ritrovamento dei due coniugi, grazie ai risultati dell’autopsia. Marco Steffenoni e Maria Teresa Nizzola sono morti a causa di un’intossicazione da monossido di carbonio. Lo ha confermato il medico legale che ha depositato la sua perizia su richiesta del sostituto procuratore Maria Beatrice Zanotti, titolare dell’inchiesta.
I due sarebbero morti a metà dicembre, prima lei – che era seduta di fronte al camino da cui è fuoriuscito il monossido di carbonio – e dopo poco lui, che si trovava nella camera da letto al primo piano. “La visione più agghiacciante della mia vita”, aveva commentato uno dei ragazzi entrati nella villa descrivendo come aveva trovato quel cadavere della donna davanti al camino.
Sapere cosa è effettivamente successo ai due coniugi veronesi scioglie adesso anche il nodo dell’eredità. Da un notaio emiliano era stato trovato un testamento in cui i coniugi esprimevano il desiderio di lasciare i loro averi al Wwf, associazione di cui erano soci da anni, ma Maria Teresa Nizzola aveva stilato anche altri testamenti.
Ora che è stato stabilito che la donna è stata la prima a morire, il marito, anche se per poco tempo, avrebbe ereditato le sue proprietà nel Mantovano che quindi, insieme alla villa in cui vivevano, dovrebbero passare al Wwf che organizzerà i funerali. Per il momento i due corpi restano all’Istituto di Medicina Legale di Verona, mentre la Procura di Verona, escludendo responsabilità esterne, dovrà chiedere l’archiviazione del caso.