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Omofobia a Pesaro: ventenne picchiato dal branco perché indossa una camicia leopardata

Uno studente di 20 anni che frequenta l’Università di Urbino è stato malmenato e minacciato con un coltello da un gruppo di 5-6 coetanei all’esterno di una discoteca: il branco si è accanito sulla vittima perché indossava una camicia leopardata. “Brutto fr… vattene sennò per te finisce male”.
A cura di Davide Falcioni
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Picchiato, insultato con frasi omofobe e infine anche minacciato con un coltello. E' accaduto a Montecchio di Vallefoglia, in provincia di Pesaro, a uno studente di 20 anni che alle 3 del mattino di domenica è stato aggredito da un gruppo di persone, tra le quali anche una donna, all'esterno di una discoteca. Il giovane – studente universitario a Urbino – era uscito dal locale per fumare una sigaretta; indossava un paio di pantaloni neri e una camicia leopardata e proprio il suo abbigliamento avrebbe attirato l'attenzione di un coetaneo che, dopo essersi avvicinato, l'ha aggredito, mettendogli le mani intorno al collo e gridandogli "brutto fr… vattene sennò per te finisce male".

A dare man forte alla vittima dell'episodio omofobo sono state alcune ragazze, ma anche l'aggressore è stato spalleggiato da almeno cinque,sei persone, tra le quali una donna, che hanno continuato a strattonare il ventenne arrivando a minacciarlo con un coltello. Gli aggressori si sono allontanati dopo aver danneggiato l'auto della vittima, ma poi sono tornati quando lo studente, che ha accusato un malore, è stato soccorso da un'ambulanza del 118, presa anch'essa a calci e pugni. I medici hanno soccorso il ragazzo, che ha avuto una prognosi di una settimana per tachicardia e stress. Sulla vicenda i carabinieri hanno aperto un'inchiesta individuando i componenti del branco, formati da albanesi e almeno un italiano. Stamattina il legale della vittima, Christian Guidi, ha presentato denuncia in Procura. "E' un fatto gravissimo e intollerabile – ha spiegato – e ci attendiamo che i responsabili paghino fino in fondo per l'agguato a sfondo omofobo teso al mio assistito".

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