Omicidio Perugia, ancora caccia al killer del 23enne accoltellato: indagati tre giovani per minacce e coltelli

Non si fermano a Perugia le ricerche del killer di Hekuran Cumani, il 23enne trovato morto nel parcheggio della Facoltà di Economia e Matematica dell'Università sabato notte, ucciso da una coltellata al torace al culmine di una lite. Gli inquirenti hanno sentito alcuni testimoni, comparsi in Questura dopo il ritrovamento del cadavere. Tre giovani sono stati iscritti nel registro degli indagati per reati minori, ma sempre collegati all'omicidio, su cui indaga la Procura del capoluogo umbro.
Stando a quanto riporta Il Corriere dell'Umbria, tra questi ci sarebbe un ragazzo di appena 18 anni italiano di seconda generazione, di origine marocchina, residente a Ponte San Giovanni, il cui nome compare in recenti fatti di cronaca, che è stato indagato per minacce aggravate e porto di oggetti atti ad offendere. Un altro ragazzo dovrebbe rispondere degli stessi reati, un giovane italiano di origine tunisina, anche lui armato di coltello. Nel registro degli indagati sarebbe finito anche uno dei buttafuori del 100dieci, il bar dove sarebbe iniziata la discussione tra i due gruppi di amici poi finita nel sangue. A lui la Procura contesta il reato di lesioni: secondo quanto emerso, nel tentativo di dividere i giovani che si stavano picchiando, quando già erano comparsi i coltelli, avrebbe ferito il fratello della vittima.
Proprio nel tentativo di difendere quest'ultimo, la vittima sarebbe stata colpita a morte. Si sarebbe messo fisicamente in mezzo tra il fratello minore e gli aggressori, prima di ricevere la coltellata che è risultata fatale. I due erano arrivati a Perugia dalle Marche proprio sabato sera per trascorrere la serata insieme agli amici. Tuttavia, l'arma del delitto ancora non è stata trovata, così come l'aggressore. La difficoltà principale riguarda il fatto che le indagini non possono fare affidamento sulle immagini delle telecamere di sorveglianza. Le uniche disponibili sono quelle della discoteca, ma non hanno dato spunti investigativi significativi.
Intanto, la comunità di Fabriano è sotto choc per quanto successo a Cumani, cittadino italiano di origine albanese. "Esprimo la mia vicinanza a tutta la famiglia affinché trovi la forza della fede di fronte a questa immane tragedia. Ai sacerdoti della Diocesi ho chiesto di pregare per la famiglia, per il giovane e per le nuove generazioni durante le Messe festive di questo fine settimana. È urgente il nostro impegno – ha detto il vescovo di Fabriano-Matelica, Francesco Massara – nell’aumentare spazi di ascolto e di sostegno per i ragazzi, sempre più fragili, anche nelle parrocchie soprattutto potenziando e valorizzando gli oratori, affinchè questi episodi non succedano più".