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Omicidio Marisa Leo, così Angelo Reina ha convinto la ex a raggiungerlo: la scusa della figlia

Marisa Leo, la 39enne uccisa dal suo ex Angelo Reina a Marsala, convinta a raggiungere il luogo del suo assassinio con la scusa della figlia. Lui le avrebbe chiesto di andare a prendere la bimba presentandosi però armato con un fucile.
A cura di Antonio Palma
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L’omicidio di Marisa Leo, la 39enne uccisa dal suo ex Angelo Reina a Marsala, molto probabilmente era stato premeditato con cura dall’imprenditore 42enne che poi si è suicidato. L’uomo infatti con una scusa ha chiesto alla vittima di raggiungerlo in una zona di campagna, nei pressi della sua azienda agricola, dove però si è presentato con un fucile col quale ha tolto la vita alla mamma della sua bambina di quattro anni. È quanto emerge dalle prime ricostruzioni del femminicidio avvenuto mercoledì pomeriggio in contrada Ferla, al confine tra Marsala e Mazara del Vallo, nel Trapanese.

La telefonata di Angelo Reina: la scusa della bimba per incontrare Marisa Leo

Secondo una prima ipotesi, l’uomo avrebbe sfruttato proprio la figlia per tendere una trappola alla sua ex. Del resto, dopo la rottura e una denuncia da parte di lei per stalking nel 2020, i due non si frequentavano più e l’unico rapporto che avevano era legato proprio alla bimba che avevano avuto nel 2019, dopo tre anni insieme. Dopo aver avuto in affido la bimba per la giornata, Angelo Reina in tarda mattinata avrebbe chiesto a Marisa Leo di andare da lui per riprendere la piccola nel pomeriggio. Con una telefonata aveva concordato l'orario e il posto, vicino al suo luogo di lavoro.

Marisa Leo colpita tre volte e lasciata a terra

Marina probabilmente non ha sospettato nulla e del resto da tempo aveva cercato di avere un rapporto civile con l'ex compagno proprio per amore della bimba. Era arrivata a ritirare la denuncia contro di lui per stalking e per violazione degli obblighi familiari e ad accettare l’affidamento congiunto della bambina.

Al momento dell’incontro tra i due, intorno alle 17 di mercoledì, la piccola in realtà era altrove. Il 42enne l’aveva già affidata ai nonni. Quando ha visto Marisa, ha atteso che scendesse dalla sua auto e ha esploso tre colpi col fucile che si era portato dietro, una carabina calibro 22, uccidendo la ex sul colpo. Angelo Reina l’ha lasciata così a terra in una pozza di sangue, allontanandosi subito dopo con la sua vettura. Marisa è rimasta lì per diverso tempo fino a quando qualcuno non ha segnalato alla polizia che un uomo si era appena suicidato.

Era appunto Angelo Reina, che poi si è tolto la vita. La donna è stata raggiunta da almeno due o tre colpi di fucile allo stomaco, ma sarà l'esame autoptico ad accertarlo. Reina non aveva un porto d'armi e gli investigatori stanno anche cercando di capire come è riuscito a recuperare il fucile e la pistola accanto a lui.

Reina avrebbe pianificato il delitto dopo avere a lungo pedinato l'ex compagna assoldando, sembra, anche un detective privato.

Angelo Reina suicida dal cavalcavia

Il 42enne dopo l'omicidio con la sua auto ha poi raggiunto il viadotto dell’autostrada all'ingresso di Castellammare del Golfo dove infine si è tolto la vita in strada con lo stesso fucile. L’uomo si è messo in bilico sul ponte e si è sparato, precipitando poi giù dal viadotto per una cinquantina di metri. Lo ha notato un automobilista di passaggio che ha subito avvertito le forze dell’ordine. A trovare il corpo è stata la polizia stradale, nell'auto parcheggiata poco lontano è stata trovata anche una pistola non legalmente detenuta. In quel momento non si sapeva nulla del femminicidio ma la sua morte ha fatto scattare subito un campanello di allarme. La famiglia di Marisa sapeva che avrebbero dovuto incontrarsi. I timori poco dopo si sono rivelati drammaticamente fondati.

Disposta l'autopsia sul corpo di Marisa Leo

Le indagini intanto vanno avanti per accertare l'esatta dinamica dell'omicidio. A stabilire con precisione i fatti saranno l'esame balistico e l'autopsia sul corpo di Marina che oggi il Procuratore di Marsala Fernando Asaro disporrà conferendo l'incarico al medico legale. La polizia sta indagando anche per accertare come abbia fatto Reina a procurarsi le armi. L'uomo infatti non aveva un porto d'armi e gli investigatori stanno anche cercando di capire da dove provengano il fucile e la pistola che erano in suo possesso.

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