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L'omicidio di Ilenia Fabbri a Faenza

Omicidio Ilenia Fabbri, il giudice: “Uccisa perché voleva vedersi riconosciuti i suoi diritti”

Ilenia Fabbri è stata uccisa perché “voleva vedersi riconosciuti i suoi diritti di moglie e lavoratrice”: è questo quanto emerge nelle motivazioni della sentenza della Corte d’Assise di Ravenna che ha condannato all’ergastolo l’ex marito, considerato il mandante dell’omicidio, e il sicario.
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A cura di Ilaria Quattrone
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L'omicidio di Ilenia Fabbri a Faenza

Ilenia Fabbri è stata uccisa perché "voleva vedersi riconosciuti i suoi diritti di moglie e lavoratrice": è questa una delle motivazioni depositata dalla Corte d'Assise di Ravenna e con le quali sono stati condannati all'ergastolo l'ex marito Claudio Nanni e il sicario Pierluigi Barbieri. I due sono stati condannati il 28 febbraio scorso: l'ex marito è considerato il mandante dell'omicidio della 46enne, trovata sgozzata il 6 febbraio 2021 nella sua casa di Faenza. Le motivazioni sono state depositate con un mese di anticipo rispetto ai termini.

Claudio Nanni e Pierluigi Barbieri
Claudio Nanni e Pierluigi Barbieri

Le motivazioni della Corte d'Assise

Nelle motivazioni, la Corte d'Assise – presieduta dal giudice Michele Leoni – spiega che la confessione del sicario ha trovato riscontro sia nelle indagini che nell'autopsia mentre l'ex marito avrebbe mentito fornendo delle risposte prive di "ragionevolezza, logica, verosimiglianza". L'uomo avrebbe inoltre sostenuto di aver chiesto al 54enne di "spaventare la moglie solo per farla desistere dalla causa di lavoro" e avrebbe anche detto di "non farle del male e tanto meno di ucciderla". Parole che per la Corte sono state considerate un'ennesima "riprova della sua assoluta e ineluttabile inattendibilità". Per il giudice la sua colpevolezza è provata "al di lò di ogni ragionevole dubbio" considerato che Barbieri, dopo aver confessato, ha fornito dei riscontri che solo l'ex marito di Fabbri "poteva avergli detto". Nonostante il contributo che il sicario ha dato alle indagini, la Corte non gli ha riconosciuto le attenuanti generiche considerata la gravità dei fatti e il "massacro insistito e cruento".

Il movente dell'omicidio

Secondo la Corte, Claudio Nanni – l'ex marito – avrebbe chiesto di uccidere la donna perché "con la morte della moglie", l'uomo avrebbe "cessato di versare il mantenimento per la figlia". Non solo: avrebbe anche evitato di pagare a Ilenia Fabbri "le sue spettanze di lavoro" e avrebbe poi venduto la casa così da intascare "tutto il ricavato". La Corte ha ovviamente riconosciuto la figlia di Ilenia Fabbri, come un'altra vittima di questo terribile femminicidio considerato "il danno che dovrà subire tutta la vita come un vero ergastolo". Nelle motivazioni della sentenza, è stato poi dato spazio alla causa di separazione conclusa con un provvedimento considerato dalla Corte non solo "abnorme e illegittimo", ma anche "incredibilmente a favore dell'elemento maschile della coppia" considerato che avrebbe forzato i due a convivere e e avrebbe messo Fabbri in una situazione di inferiorità facendo sì che l'ex marito potesse trarne "un senso di onnipotenza e di impunità".

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