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Omicidio ex carabiniere Antonio Cianfrone, chi sono marito e moglie arrestati per il delitto

Giuseppe Spagnulo e Francesca Angiulli hanno rispettivamente 54 e 50 anni e sono marito e moglie – operaio comunale e casalinga –  arrestati con le accuse di omicidio premeditato e porto abusivo d’armi in relazione alla morte di Antonio Cianfrone, 51 anni, carabiniere sospeso dal servizio brutalmente assassinato la mattina del 3 giugno.
A cura di Davide Falcioni
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Si chiamano Giuseppe Spagnulo e Francesca Angiulli, hanno rispettivamente 54 e 50 anni e sono marito e moglie – operaio comunale e casalinga –  arrestati con le accuse di omicidio premeditato e porto abusivo d’armi in relazione alla morte di Antonio Cianfrone, 51 anni, carabiniere sospeso dal servizio nel 2015 brutalmente assassinato la mattina del 3 giugno mentre faceva jogging lungo la pista ciclabile di Spinetoli. Il militare è stato ucciso con tre colpi di pistola che l'hanno ferito mortalmente alla testa e al torace.

A incastrare i coniugi sono state le numerose immagini fotografiche estrapolate dai video delle telecamere di sicurezza della zona. I due, originari di Taranto ma da molti anni residenti a Spinetoli, vivevano in una casa popolare di Villa San Pio X, a poche centinaia di metri dal luogo del delitto, e dalla loro abitazione non si sono mai mossi. Nel garage della loro casa è stata ritrovata anche una motocicletta compatibile con quella utilizzata per commettere l'omicidio. Le i sospetti degli inquirenti saranno confermati ciò vorrà dire che dietro alla morte di Cianfrone non ci sono organizzazioni criminali, come ipotizzato in un primo momento, bensì i rancori molto forti di una coppia di 50enni evidentemente da tempo motivati a compiere un gesto estremo. I due sono ora stati condotti in carcere ad Ascoli Piceno e Teramo.

Il movente del delitto per il quale Giuseppe Spagnulo e Francesca Angiulli sono stati arrestati non è stato ancora reso noto dagli inquirenti. I due, difesi dall'avvocato Alessandro Angelozzi, sarebbero stati collocati sulla scena del crimine da una serie di elementi che per gli inquirenti sarebbero inequivocabili: era infatti loro la moto che ha percorso via Fiobbo fino al luogo del delitto ed alcuni testimoni oculari hanno descritto con dovizia di particolari i caschi, individuati in quelli sequestrati alla coppia di origini pugliesi. I killer – un uomo e una donna – sono stati descritti dai testimoni come una persona alta alla guida della moto e come una più esile, con capelli lunghi e neri, sul posto del passeggero.

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