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Omicidio Ciatti, in fuga l’assassino. Il padre a Fanpage.it: “Killer spietato, sapeva come sparire”

Risulta irreperibile Rassoul Bissoultanov, il ceceno che ha ucciso con un calcio il 22enne Niccolò Ciatti durante una vacanza in Spagna il 12 agosto 2017. Il padre Luigi Ciatti a Fanpage.it: “È avvenuto quello che temevamo, nessuno ha controllato. Bissoultanov è un assassino lucido che sapeva come fuggire”.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Niccolò Ciatti (Facebook)
Niccolò Ciatti (Facebook)

Risulta irreperibile Rassoul Bissoultanov, il ceceno condannato a 15 anni in primo grado per l'omicidio di Niccolò Ciatti, il 22enne ucciso con un calcio alla testa durante una vacanza in Spagna il 12 agosto del 2017. Bissoultanov è fuggito forse già mercoledì, dopo essersi presentato per l'obbligo di firma davanti alle forze dell'ordine spagnole. L'uomo non si è recato in aula per l'udienza in programma stamani a Girona: il tribunale avrebbe dovuto decidere sul suo eventuale ritorno in carcere.

"Bissoultanov è scappato esattamente come temevamo. Ci aveva già provato un anno fa ed era stato fermato in Germania – ha spiegato a Fanpage.it Luigi Ciatti, padre del giovane ucciso nel 2017 -. Ha firmato l'ultima volta nella giornata di mercoledì, poi si è allontanato perché nessuno controlla e noi dobbiamo sentirci dire sempre le stesse frasi di circostanza. Siamo stanchi".

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Le autorità non hanno idea di dove possa essere fuggito?

Purtroppo no. Si tratta di un criminale che sa esattamente come far perdere ogni sua traccia. Un anno fa è stato arrestato per puro caso in Germania, ma se non fosse stato per lo scrupolo di un poliziotto tedesco sarebbe ancora latitante.

L'obbligo di firma non è bastato a non farlo fuggire, perché?

Perché dopo la firma nessuno ha mai controllato. Oggi avrebbe dovuto esserci l'udienza che avrebbe decretato il suo ritorno in carcere, ma lui aveva già deciso che sarebbe fuggito. Aveva preparato tutto. Parliamo di un lucido assassino che non voleva entrare in galera, molto semplicemente. Non è la persona che hanno descritto i giudici spagnoli nella loro sentenza.

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Cioè?

Gli sono state riconosciute attenuanti agghiaccianti. Nella sentenza il giudice ha scritto che sapeva che la decisione di condannare Bissoultanov a soli 15 anni ci avrebbe arrecato un forte dolore, ma che il giovane ha colpito mio figlio con un solo calcio e che dunque non ha infierito. Abbiamo fornito tutte le prove del caso per dimostrare che quel solo calcio è stato dato dietro la testa con cognizione di causa. Non è un bravo ragazzo che ha sbagliato, come è stato definito, è un killer spietato a piede libero. Con questa fuga si è concretizzato il nostro timore più grande.

Secondo lei aveva già programmato tutto?

Certo. In Europa ci spostiamo liberamente, soprattutto su mezzi privati. Il mandato di cattura internazionale era doveroso, ma non è sufficiente per rintracciarlo. Adesso è chiaro che Bissoultanov è un assassino che sa perfettamente quello che ha fatto e che non vuole pagare per il crimine commesso. Vive la sua vita come se non avesse mai ucciso mio figlio per il solo gusto di farlo. Noi ci sentiamo dire sempre le stesse frasi di circostanza e ormai siamo stanchi. Siamo continuamente davanti a salite impervie che rendono la strada verso una parvenza di giustizia estremamente difficile.

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