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“Non ce la facevo più a vederla così”, a 80 anni mamma dona un rene alla figlia malata

Il gesto d’amore di una mamma nei confronti della figlia: nonostante l’età avanzata la donna si è sottoposta a un intervento chirurgico delicato di espianto organi per donare un rene alla figlia che era costretta a ricorrere alla dialisi dopo che il precedente organo trapiantato aveva smesso di funzionare.
A cura di Antonio Palma
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"Non ne potevo più di vederla sempre in dialisi", così un'anziana mamma ottantenne ha spiegato il suo gesto d'amore nei confronti della figlia malata per la quale ha deciso di sottoporsi ad un delicato intervento chirurgico di espianto organi per donarle un rene che ritardava ad arrivare. È la storia di Romana Venzi, romagnola di Forlimpopoli, e della figlia Carmen, che di anni ne ha 61 e che da tempo soffre di una patologia grave che le rende indispensabile sottoporsi periodicamente a dialisi. "Non è frequente che a 80 anni si doni un rene, l'età del donatore è una variabile importante ed è un intervento delicato" ha confermato a Repubblica il chirurgo Matteo Ravaioli, che col suo staff ha eseguito il trapianto, aggiungendo: "Casi come questo in Italia sono pochissimi. Però i trapianti da vivente sono importantissimi, tutti potremmo donare. La medicina ha fatto passi avanti con ottimi risultati".

Lo dimostra anche l'intervento su mamma e figlia eseguito al policlinico Sant'Orsola di Bologna che è perfettamente riuscito. Del resto la signora  Venzi ha una tempra forte e, nonostante l'età, Pochi giorni dopo l'intervento è voluta tornare subito a casa perché aveva delle commissioni da sbrigare che per lei erano urgenti come fare le faccende domestiche o curare l'orto.  Eppure non è stata certo una passeggiata visto che la signora Romana ha dovuto fare un anno di esami e accertamenti. Ora la speranza è che il rene duri più a lungo possibile.  "Quando si trapianta da vivente, la durata dell'organo raddoppia. Anche dopo una certa età. Per i medici è una responsabilità importante e bisogna dare garanzie, per fare queste cose ci vuole competenza nel valutare il donatore perché sia garantita alla ricevente una vita adeguata. Ma è la strada maestra" ha confermato il medico.

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