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Nella black list internazionale degli USA per un caso di omonimia: l’incubo di un ristoratore

Alessandro Bazzoni si è recato in banca senza aspettarsi quello che sarebbe successo: i suoi conti correnti erano stati bloccati perché il suo nome figurava in una black list del governo degli Stati Uniti. Bazzoni è stato vittima di un caso di omonimia: un’altra persona con lo stesso nome avrebbe dovuto essere inserita nella lista di società che avevano aiutato il Venezuela ad aggirare le sanzioni statunitensi.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Alessandro Bazzoni, titolare di un ristorante Veronese, nell'ultimo giorno dell'amministrazione Trump si è visto bloccare i conti correnti. Non aveva certamente collegato la cosa all'ultimo giorno di presidenza di Donald Trump, eppure si trattava di un errore legato proprio agli Stati Uniti. Il 45enne titolare del Ristorante Pizzeria Dolcegusto, alle porte di Verona, è stato inserito nella lista nera di una serie di società accusata di aver aiutato il Venezuela a eludere le sanzioni statunitensi contro la sua industria petrolifera. Alessandro Bazzoni doveva finire in quella lista, ma è stato preso quello sbagliato. L'omonimo coinvolto, attraverso una società partner della compagnia statale Petròleos de Venezuela S.A, avrebbe messo in piedi un commercio parallelo virtuale per la compagnia. Il petrolio venezuelano sarebbe stato spostato verso la Turchia, Singapore e verso società registrate in Messico, negli Emirati Arabi o in Russia.

L'omonimia ha incastrato il ristoratore in un intrigo internazionale. Due mesi dopo, il 45enne è riuscito a risolvere il caso con la nuova amministrazione americana che ha cancellato il ristoratore dalla lista nera. Per lui, però, sono stati due mesi di incubo. "Ho scoperto della blacklist una mattina di due mesi fa in banca, quando ho visto i conti bloccati – racconta al Corriere della Sera -. Ho pensato a uno scherzo, invece era tutto vero. Ho risolto il problema da solo, inserendo i miei dati su un'apposita piattaforma digitale del governo statunitense. L'importante è che il mio nome sia fuori da questa lista. Ringrazio il governo americano per l'efficienza". Incredibile ma vero, il ristoratore si è trovato a ringraziare pubblicamente il presidente Biden per la fine di un incubo che forse, fino a quel momento, aveva visto solo nei film di 007. "Una brutta storia: per noi ristoratori sono tempi difficili, ci mancava solo il blocco dei conti correnti. Per fortuna è tutto finito"

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