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‘Ndrangheta, arresti in provincia di Cuneo: indagati anche 3 carabinieri e 2 poliziotti

Ci sono anche due agenti di polizia penitenziaria e tre carabinieri tra gli indagati a piede liberi nell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Torino che stamattina ha portato a 12 ordini di custodia cautelare (otto in carcere e quattro ai domiciliari) e a decine di perquisizioni.
A cura di Davide Falcioni
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Ci sono anche due agenti di polizia penitenziaria e tre carabinieri tra gli indagati a piede liberi nell'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Torino che stamattina ha portato a 12 ordini di custodia cautelare (otto in carcere e quattro ai domiciliari) e a decine di perquisizioni. L'indagine, svolta dalla questura di Torino e dai carabinieri di Cuneo, riguarda l'attività di una "locale" di ‘ndrangheta a Bra (Cuneo) riconducibile alla famiglia Luppino.

Le attività del clan Luppino in provincia di Cuneo

Quella smantellata stamani è la prima locale autonoma di ‘ndrangheta scoperta nella provincia di Cuneo. Il gruppo è radicato a Bra e sarebbe legato ai Luppino, originari della zona di Sant'Eufemia d'Aspromonte (Reggio Calabria). L'attività principale era il traffico di droga ma non mancavano episodi di estorsione e tentativi di infiltrazione nel tessuto politico e imprenditoriale. Sono emersi contatti con la ‘ndrina degli Alvaro di Sinopoli. "Si tratta – ha spiegato il tenente colonnello Marco Pettinato, comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Cuneo – di un gruppo che permea il territorio in maniera silente, esercitando una forza che si fonda in gran parte sulla provenienza geografica dei suoi componenti". "Sono persone – ha aggiunto Luigi Mitola, dirigente della Questura di Torino a capo della squadra mobile – capaci di ottenere grande credito senza nemmeno ricorrere a intimidazioni specifiche: a volte basta il nome". Il procuratore capo Anna Maria Loreto ha sottolineato la "grande sinergia tra polizia e carabinieri" che hanno saputo "condividere informazioni e spunti operativi". "La collaborazione tra magistrati e forze dell'ordine – ha detto – è un po' il fiore all'occhiello della nostra Dda piemontese".

Tre carabinieri e due poliziotti indagati per favoreggiamento e corruzione

Tra le forze dell'ordine, tuttavia, non tutti gli uomini si sono distinti per la fedeltà alla divisa e alla legge: tra gli indagati infatti ci sono tre carabinieri, due dei quali sono accusati di favoreggiamento e rivelazione di segreti di ufficio aggravati dall'agevolazione mafiosa per avere passato – secondo gli inquirenti – informazioni riservate alla famiglia Luppino. Un altro di loro, che  invece era di stanza a Villa San Giovanni, avrebbe offerto ai boss del clan delle notizie riservate: per lui, oltre al favoreggiamento e alla rivelazione di segreti di ufficio, si aggiunge l'accesso abusivo ai sistemi informatici. Indagati anche  due agenti di polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Saluzzo, dove era rinchiuso una delle figure cardine dell'inchiesta, Salvatore Luppino, al quale avrebbero fatto avere bevande alcoliche e altri beni non permessi. Sono ora accusati di corruzione aggravata dall'agevolazione mafiosa.

Il clan Luppino e l'assegnazione degli stand di "Cheese"

Nell'ordinanza di custodia cautelare compare anche il nome di "Cheese", una delle principali rassegne enogastronomiche italiane che si tiene ogni due anni a inizio autunno a Bra. Alcune intercettazioni telefoniche indicherebbero che due dei personaggi chiave dell'inchiesta, i fratelli Salvatore e Vincenzo Luppino, avrebbero condizionato l'assegnazione di posti e stand a chi voleva prendere parte alla manifestazione internazionale. La circostanza è ancora tutta da approfondire e né ‘Cheese' né gli organizzatori di Slow Food sono coinvolti.

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