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Morto Gianni Mastella, padre e pioniere della ricerca italiana nella lotta alla fibrosi cistica

È morto a Verona il professore Gianni Mastella, direttore scientifico e co-fondatore di Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica. Padre e pioniere della ricerca italiana nella lotta alla più diffusa tra le malattie genetiche gravi, nel 1957 diagnosticò per primo un caso di fibrosi cistica in Italia. Si è spento a 90 anni a seguito di una grave malattia.
A cura di Susanna Picone
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Gianni Mastella, direttore scientifico e co-fondatore della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica, padre e pioniere della ricerca italiana nella lotta alla malattia, è morto ieri a Verona all’età di 90 anni a seguito di una grave malattia. Luminare per lo sviluppo e la conoscenza scientifica sulla fibrosi cistica e punto di riferimento clinico per malati, familiari, colleghi e ricercatori, per oltre 60 anni il medico ha studiato la fibrosi. “Il professore Gianni Mastella aveva un modo tutto suo di salutare: ‘addio' diceva a quanti bussavano al suo studio per salutarlo alla sera prima di tornare a casa. Commossi e grati, teniamo stretta la lezione di lungimiranza e passione del grande medico e infaticabile scienziato. E al suo consueto ‘addio’, preferiamo ‘arrivederci professore’”, si legge sulla pagina Facebook della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica. “Il prof Mastella ha avuto l’intuizione di dare vita, quando ancora la fibrosi cistica era una malattia orfana di Ricerca in Italia, a una fondazione scientifica che mettesse in rete il maggior numero di ricercatori condividendo competenze e informazioni”, le parole del presidente FFC Matteo Marzotto.

Gianni Mastella si è laureato in medicina all'Università di Padova, con una specializzazione in pediatria e competenze in malattie polmonari e gastrointestinali: nel 1957 ha diagnosticato per primo un caso di fibrosi cistica in Italia, chiamata all’epoca "mucoviscidosi". Nel 1967 a Verona costituisce e dirige il primo Centro di cura per la Fibrosi Cistica d'Italia presso l'attuale Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata, che assumerà un ruolo sempre più rilevante a livello nazionale e internazionale, consapevole che la fibrosi cistica è una malattia complessa, con sintomi gravi a carico di molti organi, poco conosciuta e difficile da diagnosticare, e che proprio per questo motivo è rimasta nei secoli orfana di ricerca. A Verona a inizio anni '80 si getteranno in via sperimentale le basi dei primi test per effettuare lo screening neonatale della fibrosi cistica. Dieci anni dopo, su stimolo del medico, il Veneto diventerà la regione capofila del progetto pilota, che metterà l'Italia in anticipo di quasi 20 anni sugli Stati Uniti.

Il Centro si dota di un laboratorio dedicato alla ricerca nel campo della patologia molecolare, diretto inizialmente dal professore Giorgio Berton, attuale presidente del Comitato Scientifico Frfc. Dopo la scoperta nel 1989 del gene Cftr, causa della malattia, e lo sviluppo di un test genetico per identificare le sue mutazioni, vengono realizzati progetti pilota di screening del portatore fra i familiari del malato ed eseguite le prime diagnosi prenatali per le coppie ad alto rischio. Grazie al suo supporto nel 1993 vede la luce la legge 548, nota come Legge Garavaglia, che estende a tutte le regioni il modello organizzativo e assistenziale sperimentato in Veneto. Nel 1997, insieme agli imprenditori Vittoriano Faganelli e Matteo Marzotto e a Michele Romano, Gianni Mastella istituisce in città la Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica (Frcf) che diventa il primo Ente nazionale a promuovere e finanziare studi scientifici sulla malattia genetica grave più diffusa, oggi riconosciuta dal Miur come l'Ente promotore dell'attività di Ricerca sulla Fibrosi Cistica.

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