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Morti sospette nella Rsa di Offida. L’infermiere diceva di un’anziana: “Questa la imbarco”

Leopoldo Wick, infermiere di 57 anni, è accusato di omicidio volontario in relazione alla morte di otto anziani ospiti della Rsa di Offida. In una conversazione con una collega avrebbe detto, riferendosi a un’anziana poi deceduta: “Io l’imbarco”. Per l’accusa si tratterebbe di una delle prove della sua colpevolezza, ma la difesa offre un’altra interpretazione: “‘Imbarcare’ non significa ‘far fuori le persone’. Al contrario, il mio assistito aveva usato quel verbo riferendosi alla necessità di far intervenire un’ambulanza”.
A cura di Davide Falcioni
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Tra le 220 pagine dell'ordinanza con la quale due giorni fa il gip Annalisa Giusti ha stabilito l'arresto di Leopoldo Wick, l'infermiere di 57 anni accusato di omicidio volontario in relazione alla morte di otto anziani ospiti della Rsa di Offida (Ascoli Piceno), ci sono anche le trascrizioni di numerose intercettazioni effettuate dai carabinieri che hanno condotto le indagini. In una di queste un'operatrice sanitaria della struttura, conversando con una collega, aveva detto: "Quel cazzo di Wick ha fatto fuori due persone. Mi disse ‘ci penso mi… io l’imbarco. Voi non sapete imbarcare… io da mò che l’avevo imbarcata'". L'uomo si riferiva ad una paziente problematica e queste parole, secondo gli inquirenti, rappresenterebbero una prova che l'infermiere intendeva accelerare la morte degli anziani. Quel verbo, "imbarcare", evocherebbe il lavoro di Caronte descritto anche da Dante Alighieri ne "La Divina Commedia": quello di traghettatore delle anime dei defunti. Secondo la Procura di Ascoli Piceno Wick avrebbe somministrato farmaci come promazina (un neurolettico), insulina (in soggetti non diabetici) e anticoagulanti che, in dosaggi non necessari o eccessivi, avrebbero causato la morte di otto persone. Per questo il 57enne  è accusato di omicidio aggravato e continuato, di tentato omicidio aggravato e continuato e di lesioni gravi.

La difesa di Wick: "Voleva far intervenire l'ambulanza, non uccidere gli anziani"

Accuse gravissime alle quali l'avvocato Tommaso Pietropaolo – interpellato da Fanpage.it – fornisce una spiegazione ben diversa rispetto a quella offerta dagli inquirenti. "‘Imbarcare' non significa ‘far fuori le persone'. Al contrario, il mio assistito aveva usato quel verbo riferendosi alla necessità di far intervenire un'ambulanza per trasportare all'ospedale pazienti particolarmente problematici". E quanto alle presunte minacce rivolte da Wick alla collega che per prima l'aveva denunciato ai carabinieri – frasi come "tanto so dove sta la tua macchina, puoi incontrare qualcuno per la Valtesino che ti aspetta e non sai che può succedere" – il legale è sicuro che si sia trattato di un semplice diverbio, di una lite come tante senza conseguenze: "Può essere capitato che, in un momento di tensione, Wick sia andato sopra le righe, ma non ha mai dato seguito alle minacce in questi anni e comunque non è di questo che è accusato".

Leopoldo Wick nel frattempo continua ad essere detenuto nel carcere di Ascoli Piceno. Venerdì 19 giugno l'uomo verrà sottoposto all’interrogatorio di garanzia e i suoi legali ne chiederanno la scarcerazione: "Non sussiste alcun pericolo di fuga, visto che nell'ultimo anno e mezzo il mio assistito era a conoscenza delle indagini ed ha continuato a lavorare negli ambulatori dell'Asur di Ascoli Piceno collaborando con gli inquirenti. Non vi è neppure il rischio che reiteri il reato. Per quale ragione, dunque, deve rimanere in carcere?".

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