Morte Patrizia Nettis, il Comune di Fasano diserta la fiaccolata: “Declinato l’invito, non capiamo perché”

"Purtroppo, non abbiamo ancora novità, mentre questa settimana siamo in attesa di una risposta sull'istanza di avocazione, in quanto i termini sono in scadenza. Quello che invece le posso dire sulla fiaccolata per Patrizia è che è stata molto partecipata e ci sono stati una serie interventi sentiti e accorati da parte delle persone che conoscevano personalmente Patrizia e associazioni sportive e professionali con cui aveva collaborato in passato".
Così il legale della famiglia Nettis, l'avvocato Giuseppe Castellaneta, racconta a Fanpage.it l'evento organizzato e tenutosi nella giornata di ieri, domenica 3 marzo, per continuare a mantenere viva l'attenzione sulla morte di Patrizia Nettis, la giornalista 41enne trovata morta nella sua casa di Fasano (provincia di Brindisi) il 29 giugno dell'anno scorso. Il caso è stato classificato come un suicidio ma la famiglia crede che possa esserci stato un intervento esterno nel decesso della donna.

"La luce delle fiaccole che stasera hanno illuminato piazza Ciaia speriamo possa servire a dipanare le tenebre di questa inchiesta che si trascina ormai stancamente da sette lunghi mesi", ha detto il padre di Patrizia, Vito, durante la fiaccolata.

Al momento è stato indagato per istigazione al suicidio un imprenditore locale, unica persona iscritta nel registro, che aveva avuto in passato una storia con la giornalista e sarebbe stato forse l'ultimo a vederla viva. Sarebbe però coinvolto anche un altro uomo, anche lui in passato legato sentimentalmente con la giornalista. I due uomini, nella notte tra il 28 e il 29 giugno, si sarebbero scambiati circa 400 messaggi con commenti offensivi sul conto di Patrizia. Commenti che sono stati riportati su cartelli mostrati durante la fiaccolata.

"Durante l'evento sono intervenute anche le istituzioni di Gioia del Colle (dove la giornalista era nata, ndr) e dell'ex sindaco di Alberobello, altro Comune in cui Patrizia aveva lavorato per diverso tempo", aggiunge Castellaneta che ha invece fatto notare l'assenza dell'amministrazione comunale di Fasano, dove Patrizia risiedeva e lavorava. Poco prima della sua morte era stata infatti assunta come addetta stampa del Comune.
"Non si è manifestato nessuno, nonostante fossero stati invitati. Hanno mandato una comunicazione con la quale hanno declinato l'invito, ritenendo che questa cosa potesse confliggere con gli interessi della magistratura. Ma non riusciamo a capire in che senso, visto che nessuno della giunta comunale risulta essere indagato, anche se non voglio entrare nel merito di questa notizia", ha spiegato il legale. "Con questo silenzio, i dubbi e gli interrogativi si amplificano, anche soltanto per una mancata riflessione su una violenza di genere che è stata disattesa”, ha commentato invece il padre della giornalista a Repubblica.

"Anche sulle istanze per la riesumazione del corpo di Patrizia non sappiamo ancora niente. – prosegue ancora il legale – Io immagino che stiano continuando a lavorare e che stiano valutando altri elementi. Devo immaginare che sia così".
Parlando invece dei genitori della giornalista, l'avvocato Castellaneta commenta: "Loro continuano a combattere, non indietreggiano di un centimetro perché sono sempre più convinti che la verità prima o poi verrà fuori. Non sappiamo ancora quanto tempo ci vorrà, visto che sono passati tanti mesi e siamo ancora qui a parlarne. Diciamo che ci aspettavamo una soluzione un po' più rapida, ma non siamo stanchi, siamo intenzionati a procedere".