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Fasano, si indaga sulla morte della giornalista Patrizia Nettis: un uomo sul registro degli indagati

Si indaga sul decesso di Patrizia Nettis, giornalista 41enne trovata senza vita nella sua abitazione di Fasano lo scorso 29 giugno. Sul registro degli indagati è stato iscritto il nome dell’imprenditore che per ultimo avrebbe visto la cronista poco prima della morte. Si indaga per istigazione al suicidio e stalking.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Patrizia Nettis, foto da Facebook
Patrizia Nettis, foto da Facebook

Si indaga sulla morte di Patrizia Nettis, giornalista 41enne che lavorava per la Gazzetta del Mezzogiorno. La 41enne si era trasferita a Fasano nel mese di maggio dopo aver ottenuto un incarico nell'ufficio stampa del Comune, arrivato in seguito al lavoro svolto come responsabile della comunicazione dell'Amministrazione cittadina di Alberobello. La donna è stata trovata senza vita il 29 giugno scorso e per il momento la Procura di Brindisi ipotizza i reati di istigazione al suicidio e stalking. Sul registro degli indagati, secondo quanto riporta proprio la Gazzetta del Mezzogiorno, figura il nome di un imprenditore.

L'indagato era stato sentito poco dopo il ritrovamento del corpo della giornalista in qualità di persona informata sui fatti. L'iscrizione al registro degli indagati, avvenuta alla fine di luglio, è stata necessaria per procedere allo svolgimento di accertamenti tecnici irripetibili sul cellulare dell'uomo che, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe stato l'ultimo a vedere la 41enne viva. 

Patrizia Nettis, 41 anni (foto da Facebook)
Patrizia Nettis, 41 anni (foto da Facebook)

Per i pm titolari del fascicolo, è necessario ricostruire i contatti che Nettis ha avuto prima di morire. Al momento, il cellulare della giornalista non sarebbe accessibile per via di un sistema di protezione che impedisce la lettura del registro delle chiamate e della messaggistica di Whatsapp. L'ispezione cadaverica, invece, avrebbe confermato un gesto volontario.

Secondo familiari, colleghi e amici della donna, l'ipotesi del suicidio non sarebbe però possibile. La donna aveva un bimbo di 9 anni che, secondo i parenti sentiti dalle forze dell'ordine, non avrebbe mai lasciato solo. Lo scorso 2 agosto il legale della famiglia Nettis ha depositato in Procura istanza per chiedere la riesumazione del corpo. "Non cerchiamo un colpevole – ha sottolineato l'avvocato Giuseppe Castellaneta -. Vogliamo solo che sia fatta chiarezza e che sia stabilito quanto successo. Lo dobbiamo al figlio della vittima e ai suoi genitori".

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