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Morta Amedea Zanarini, addio alla partigiana Catia: “Lottare sempre per diritti delle donne”

Amedea Zanarini si è spenta a Bologna all’età di 95 anni. Originaria di una famiglia di mezzadri, dopo essere stata staffetta partigiana e croce al merito di guerra, si è battuta per tutta la vita per l’emancipazione delle donne, ricordando: “Se è vero che le donne hanno raggiunto ciò che non avevano in passato, è altrettanto vero che queste conquiste sono a rischio e vanno difese”.
A cura di Antonio Palma
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È morta all'età di 95 anni Amedea Zanarini, la partigiana Catia da tutti conosciuta come Medea. Nata il 7 ottobre 1924 a Bentivoglio e originaria di una famiglia di mezzadri della bassa pianura emiliana, Amedea Zanarini ha speso la sua vita per la libertà e l'emancipazione femminile combattendo durante la guerra di liberazione dal nazifascismo e ottenendo per questo la croce al merito di guerra, una delle poche donne a vedersi riconoscere l'importante onorificenza. Durante gli ani dell'occupazione nazista venne impiegata come staffetta partigiana arrivando al grado di sottotenente partigiano. u attivismo che non lasciò dopo la guerra a che incanalò nella battaglia a favore dei diritti delle donne, a cominciare dal voto. "Nnon capivamo quasi niente dei paroloni che circolavano sui volantini come capitalismo, imperialismo,  socialismo, comunismo, così giurammo che ci saremmo informate e che avremmo continuato a lottare per coloro, uomini e donne, che erano caduti per la libertà" aveva raccontato.

Funzionaria del funzionaria del Pci e consigliera di quartiere a Bologna, sua città di adozione , è stata tra le fondatrici dell’associazione "Armonie Voci di donne" nel 1994. Per l'emancipazione delle donne si è battuta tanto in vita lottando anche nel suo stesso partito e contro l'opinione comune a costo di molti sacrifici personali. Già novantenne aveva continuato a lottare avvertendo tutti: "Se è vero che le donne hanno raggiunto ciò che non avevano in passato, è altrettanto vero che queste conquiste sono a rischio e vanno difese". "Amedea ha donato, a sé e a chi l'ha conosciuta, ricchezza di comprensione, di lotta contro la volontà di sottomettere per dominare, soprattutto noi donne, offrendo al suo agire, alla sua lungimiranza, alla sua scrittura, una profonda leggerezza che allargava il respiro e induceva a un sorriso anche nei momenti più duri insegnando che la vita va accolta così, per assaporarne la pienezza" hanno ricordato dall'associazione da lei fondata

Commosso il ricordo di tanti che l'hanno conosciuta e ascoltata in vita. "Quando raccontava la sua storia diceva sempre: io mi chiamo Amedea, in onore di un mio zio ucciso dai fascisti e mio padre mi diceva: se tu fossi stata un maschio l'avresti potuto vendicare. E io pensavo anche se sono una donna posso lottare per la sua memoria e per la libertà" ha raccontato la storica Cinzia Venturoli, aggiungendo: "Cara, meravigliosa Medea che facevi le prove nel fienile per riuscire a parlare in pubblico e in italiano, che cercavi nei libri la chiave per capire l'amore, ci hai regalato il tuo impegno, la tua determinazione e la tua forza, il tuo semplice ed umanissimo calore. Senza di te siamo più soli, ma le tue parole le conserviamo gelosamente nel cuore". "Ha testimoniato più di altri, con l’esempio di una vita intera, il significato di fare la propria parte, impegnarsi contro le ingiustizie, non arrendersi ad un destino segnato, in particolare per le donne. Ci mancherà moltissimo" il ricordo di Simona Lembi

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