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Covid 19

Morire a 10 anni per Covid, il medico a Fanpage.it: “Distrutto il tessuto muscolare con l’infezione”

Un attacco di rabdomiolisi acuta fa fermare il cuore di un bambino di 10 anni, deceduto questa mattina all’ospedale Regina Margherita di Torino, come conseguenza dell’infezione da Covid-19.
A cura di Gianluca Orrù
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Un bambino di 10 anni che era ricoverato in terapia intensiva all’ospedale Regina Margherita di Torino è morto questa mattina per Covid. Si è verificata nel suo caso quella che si chiama rabdomiolisi. Si tratta di una sindrome che si verifica quando le fibre muscolari danneggiate da malattie, traumi o sostanze tossiche si scompongono e rilasciano il loro contenuto nel torrente ematico. Può essere causata da un'infezione come l'influenza, da un trauma grave come una mega caduta oppure può essere causata, come in questo caso, dal Covid-19.

"Il fatto che questo bambino avesse il Covid è un dato certo – spiega a Fanpage.it la Professoressa Franca Fagioli, Direttore del dipartimento ‘Patologia e Cura del Bambino' presso l'ospedale Regina Margherita di Torino – ed è successo che questo bambino, con infezione virale in corso, succede di rado, ha avuto una complicanza che si chiama rabdomiolisi acuta, una cosa che è possibile che accada anche con altri virus e i traumi molto gravi. Si è distrutto il tessuto muscolare a causa dell'infezione e questo ha causato il rilascio di sostanze tossiche, le quali hanno indotto l’arresto cardiaco".

Franca Fagioli, Direttore del dipartimento ‘Patologia e Cura del Bambino' presso l'ospedale Regina Margherita di Torino
Franca Fagioli, Direttore del dipartimento ‘Patologia e Cura del Bambino' presso l'ospedale Regina Margherita di Torino

La rabdomiolisi è frutto della distruzione dei muscoli e finisce col danneggiare i reni. Il bambino, appena arrivato in ambulanza dall'ospedale di Mondovì era già in condizioni critiche: "L'abbiamo messo direttamente in terapia intensiva dal pronto soccorso appena è arrivato con l’ambulanza da Mondovì – spiega ancora la Professoressa Fagioli – tutto quello che doveva essere fatto è stato fatto. Su come stesse il bambino prima non abbiamo notizie, stava talmente male quando è arrivato che non abbiamo fatto un’anamnesi entrando nel singolo dettaglio, volevamo solo immediatamente ridurre le complicanze. Non abbiamo tutti i dati pregressi sulla sua condizione di salute".

Il bambino non era vaccinato, anche se proviene da una famiglia di vaccinati. "Confermo che il bambino non era vaccinato, probabilmente perché aveva avuto in passato delle crisi epilettiche – spiega la Professoressa Fagioli in modo prudente – ma se il bambino fosse stato vaccinato, in linea teorica, forse avrebbe evitato la malattia grave".

"La pandemia Covid in questa ondata ha colpito moltissimo bambini e adolescenti – conclude la Professoressa – così quello che prima era poco probabile, adesso inizia ad assumere dei numeri concreti, proprio per la quantità di bambini che si stanno infettando".

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