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Morbillo, a giugno 401 casi: +370% rispetto a un anno fa

Secondo il bollettino dell’Istituto superiore di sanità l’89% dei contagiati non era vaccinato e il 6% vaccinato con una sola dose.
A cura di D. F.
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Sono stati 401 nel mese di giugno i casi di morbillo registrati nel nostro paese, con un incrementi del 370% rispetto allo stesso periodo del 2016 (quando furono individuate 85 infezioni). Salgono così a 3.500 i contagi segnalati da inizio anno, nel 35% dei quali è stata riscontrata almeno una complicanza. E' quanto rivela il bollettino dell'Istituto superiore di sanità, in cui si spiega che l'89% dei contagiati non era vaccinato e il 6% vaccinato con una sola dose. Il 41% di chi ha contratto la malattia  è stato ricoverato e il 22% ha fatto ricorso al pronto soccorso. Il 56% dei casi è stato registrato tra 15 e 39 anni, mentre il 6% (ben 210 casi) ha riguardato bimbi sotto l'anno di vita, ovvero coloro che rappresentano la fascia più a rischio e quelli che ancora non possono essere vaccinati. Per finire sono stati registrati 255 casi fra gli operatori sanitari, che rischiano più di chiunque altro di trasmettere la malattia a persone immunodepresse.

Cosa è il morbillo

Il morbillo è una malattia molto infettiva, una delle più contagiose al mondo, causata da un virus del genere Morbillivirus, della famiglia dei Paramyxovirus, che si insedia nei nostri organi e tessuti. Una volta contratto, il morbillo lascia un’immunità che dura per tutta la nostra vita. La trasmissione del virus avviene per via aerea (con la tosse, gli starnuti o parlando) ed è contagiosa fino a 4 giorni dopo la comparsa dell’eruzione cutanea sul corpo. L’incubazione invece varia da 7 a 18 giorni. contrariamente a quanto in molti ritengono, si tratta di una patologia con complicazioni che, nei casi più gravi, possono sfociare in otiti, polmoniti, broncopolmoniti, diarrea, laringiti e laringotracheiti. La peggiore è però l’encefalite/encefalomielite, infezione del cervello e del midollo spinale, che si presenta in un caso su 1000, il 10% delle volte è mortale e nel 20-40% dei casi può portare a conseguenze a livello neurologico.

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