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Monsignor Carlo Maria Viganò sulla pandemia: “Il green pass è un passo verso l’inferno”

Si oppone alle teorie scientifiche e al potere politico. L’arcivescovo Carlo Maria Viganò torna a far parlare di sè in un video pubblico in cui ha definito l’attuale stato di emergenza una “follia” e il green pass “un’aberrazione giuridica e un passo verso la porta dell’inferno. Una tirannide mondiale”.
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"Il green pass è un passo verso l'inferno, un'aberrazione giuridica". È diventato un capopopolo l'arcivescovo Carlo Maria Viganò e si è fatto condottiero di una battaglia tutta sua in cui la pandemia, i lockdown, il vaccino e il passaporto sanitario, “sono una follia”. Queste le sue parole registrate in un video in merito alle manifestazioni “No-green pass” che si sono svolte a Torino negli ultimi giorni.

“Ognuno di noi avrà un punteggio. Se non si vaccinerà, se mangerà troppa carne, se non userà vetture elettriche, si ritroverà questi punti decurtati e non potrà usare l’aereo o i treni, o rassegnarsi a dover mangiare scarafaggi e lombrichi”. Ha registrato tutto in un video pubblico l’arcivescovo Viganò, perché rimanesse disponibile sulla rete quello che pensa sulla pandemia e la sua gestione: non si tratta di teorie complottiste, secondo lui, ma è quello che sta avvenendo in Italia e nel mondo da quando esiste il virus. Si tratta di “una tirannide globale”.

L'idea dell’arcivescovo è quella di un pianeta in cui negli ultimi due anni tutto sia stato gestito come una “follia pandemica”, una specie di stato di trans in cui, come dice la parola stessa, tutta la gente è impazzita. Viganò ha sostenuto nelle sue dichiarazioni che la mente di ogni singolo individuo sia stata offuscata da un ricatto. Ma non un ricatto qualsiasi, quello di “un potere malvagio, mosso da un’ideologia infernale”. Il sacro e il profano si sono fusi, dunque, in un’unica amalgama di peccatori che impongono le proprie scelte “scellerate” e di altri che le eseguono. “I politici sono servi del demonio e come tali pretendono di affermarsi, cortigiani del potere che nessuno ha eletto”.

Il greenpass secondo l’arcivescovo è dunque “un’aberrazione giuridica che usa la psicopandemia per tracciare ogni nostro movimento, decidere se, dove e quando possiamo entrare e uscire”. L’emergenza sanitaria, dunque, secondo le sue tesi, ha legittimato chi ha il potere a creare un sistema di valutazione dei nostri comportamenti, come fa la Cina. Il monsignore attualmente è in pensione, ma negli ultimi anni ha fatto parlare non poco di sé per gli scandali di Vatileaks e per un maxi-risarcimento di due milioni di euro al fratello, per aver gestito da solo i proventi dei beni immobili ricevuti in eredità. Sono note anche le sue opinioni sulla cattiva gestione della Chiesa di Papa Bergoglio, che nelle ultime dichiarazioni, infatti, non ha risparmiato: "Tutte le superstizioni della pandemia trovano spazio nella nuova religione universale, voluta dalla massoneria e dalla Chiesa di Bergoglio”. L’opposizione al potere politico attuale per Viganò è quindi un diritto e un dovere. Ecco perché ha dimostrato solidarietà per tutti i sacerdoti che per le loro idee sono stati allontanati dalla Chiesa. “Il green pass è solo un passo verso la porta dell’inferno, ma le porte dell’inferno non prevarranno”.

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