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“Mi hanno tolto la mia bambina per darla al mio ex violento”: la storia di mamma Ginevra

Ginevra è una mamma di 45 anni che vive a Lipari e insegna alle scuole elementari. Da 9 anni non ha alcuna notizia della figlia, sottrattale dal Tribunale a un anno di età e data in affido esclusivo al padre violento. Oggi Ginevra chiede solo di poterla vedere o di tenere la sua foto, ma il tribunale continua a negarglielo. “Mi ha fatto più male la giustizia che il mio ex”.
A cura di Angela Marino
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Ginevra è una mamma di 45 anni che vive a Lipari e insegna alle scuole elementari. Da 9 anni non ha alcuna notizia della figlia, sottrattale dal Tribunale a un anno di età e data in affido esclusivo al padre violento (condannato in primo grado per lesioni). Dopo 9 anni e senza alcuna condanna che gravi su di lei, Ginevra si chiede perché i giudici le negano ancora la possibilità di poter almeno parlare al telefono con la sua bimba o di vedere una sua foto. Ginevra ha raccontato la sua storia in una lunga intervista Fanpage.it.

Da 9 anni non vede più la sua bambina e non può neanche parlarle al telefono, perché? 

"Mi hanno tolto la responsabilità genitoriale".

Si tratta di un provvedimento estremo, cosa lo ha motivato? 

"Sulla carta, una perizia psichiatrica secondo la quale presenterei: "un disturbo istrionico di personalità" e potrei compiere gesti imprevedibili. Nella realtà, sono vittima di una profonda ingiustizia".

Quali gesti imprevedibili ha compiuto fin'ora? 

"Direi nessuno, tutt'altro. Vivo a Lipari con i miei genitori, mi sono trasferita sull'isola da Roma quando è scattato per me il divieto di avvicinare la mia bambina. Volevo evitare di violarlo involontariamente o di cagionare alla bimba, o a me stessa, il trauma di un incontro fortuito in cui non avrei nemmeno potuto darle una carezza".

Lei è un insegnante di scuola elementare, lavora con i bambini ogni giorno.

"Faccio questo mestiere dall'età di 2o anni, avendo conseguito due lauree e lavoro spesso anche con bambini affetti da handicap. L'ultima relazione dei servizi sociali di Lipari, che si esprime anche sul mio lavoro, è estremamente positiva".

La definiscono una persona ‘obiettiva e responsabile' priva di ‘turbamenti' o ‘disturbi anche di lieve entità' che possano giustificare ‘un'indagine psichiatrica'.

"Infatti, eppure non mi permettono neanche di parlare a telefono con la mia bambina".

La piccola A. oggi ha 10 anni ed è in affido esclusivo al suo ex.

"Nonostante lui invece sia stato condannato in primo grado per ‘lesioni' nei miei confronti. Mi ha picchiato più volte, sia quando aspettavo A., con il pancione, sia quando era in fasce. Eppure la Legge ritiene che mia figlia debba stare con lui".

Nei documenti del caso si legge che la revoca della responsabilità genitoriale era motivata dalla ‘millantazione rispetto a comportamenti violenti dell'ex compagno'. Eppure il suo ex è stato condannato. Non ha millantato.

"Esatto. È motivata anche dalla ‘sottrazione da parte della madre della minore, al padre'. Ma anche in questo caso io sono stata assolta dalla sua denuncia".

La terza è ultima ragione per la quale le è stata revocata la responsabilità genitoriale è ‘il rischio di comportamenti imprevedibili a aggressivi a forte di fatti di forte impatto emotivo'.

"E stando alla relazione dei servizi sociali non vi è alcun rischio, eppure la mia ultima richiesta di poter almeno vedere in forma protetta mia figlia, è stata respinta il 2 ottobre scorso. La risposta dopo 9 anni è ancora no".

Cosa è successo esattamente 9 anni fa?

"Il mio ex è un uomo che si era presentato a me con la maschera di una persona per bene, affettuosa e onesta. Non sapevo che altre due mogli lo avevano denunciato per violenze. Dopo l’ennesima violenza in presenza della bambina che stavo allattando, ho chiesto aiuto alla polizia".

Che è successo allora?

"Sono intervenuti, ma non me la sono sentita di farlo arrestare, temevo ritorsioni. Sono stata debole. Quando la polizia è andata via lui mi ha sbattuta fuori di casa insieme alla piccola."

Allora è andata dai suoi genitori

"Dopo un mese lui ha cominciato a minacciarmi di togliermi la bambina. Già durante la gravidanza minacciava di portarmela via, diceva che l’avrebbero data a lui perché era ricco e che non mi conveniva mettermi contro di lui perché vince sempre. Intanto lui si era affidato all’avvocato, Pompilia Rossi".

E il tribunale ha disposto la perizia psichiatrica per entrambi

Qui si verifica il primo conflitto di interessi. L’incarico della perizia viene affidato a Marisa Malagoli Togliatti, amica dell’avvocato di lui Pompilia Rossi, le quali scrivono libri insieme, insieme partecipano a congressi, cene, etc. La perizia è una specie di processo messo in atto dalla Togliatti e dalla Ctp di lui, Consegnati (anche lei vicina intima alla Togliatti e alla Pompilia Rossi: molti libri, lavori e pubblicazioni insieme)".

E poi?

"Il 23 marzo 2011, due mesi prima che avesse termine la perizia disposta dai giudici, in 14 tra polizia carabinieri, autoambulanze e 8 assistenti sociali, a Viale Parioli dove abitavo con i miei genitori, fanno un blitz, aspettano che esca con la bambina per strapparmela dalle braccia, portarmela via e non farmela più vedere. Viene affidata al padre violento. Io sono accusata di poter avere in futuro comportamenti ‘imprevedibili’. Mi ha fatto più male la giustizia che il mio ex. Ecco cosa è successo 9 anni fa".

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