Nessun funerale religioso per la madre di Messina Denaro: per il boss la Chiesa era “corrotta e peccatrice”
Nelle sue ultime volontà, il boss Matteo Messina Denaro aveva scritto di non volere celebrazioni religiose perché la Chiesa "è fatta di uomini immondi che vivono nell'odio e nel peccato". Il superlatitante arrestato il 16 gennaio non era l'unico della famiglia a odiare l'autorità ecclesiastica: con lui c'erano anche i fratelli Giovanna, Bice e Salvatore Messina Denaro, che hanno scelto di non fare alcun funerale religioso alla madre, Lorenza Santangelo, morta ieri a 88 anni.
L'odio nei confronti della Chiesa deriverebbe dall'usanza di quest'ultima di scomunicare coloro che si macchiano di reati legati alla mafia. Per Lorenza Santangelo i Messina Denaro non avrebbero comunque potuto celebrare un funerale, ma solo fare una messa privata: secondo quanto scrive La Repubblica, il questore di Trapani Giuseppe Peritore ha vietato la cerimonia pubblica.
La salma è stata tumulata nella tomba di famiglia nella mattinata di oggi, venerdì 6 settembre. L'88enne non è mai stata coinvolta in inchieste giudiziarie e nel corso della sua vita è sempre rimasta nell'ombra senza mai dissociarsi dal marito o dal figlio. Per questo motivo il questore ne ha vietato i funerali pubblici e la donna è stata tumulata nella tomba di famiglia a Castelvetrano alla sola presenza dei familiari più intimi. Il boss di Cosa Nostra era molto legato alla madre, della quale aveva dato il nome alla prima figlia nata nel 1996 dalla relazione con Francesca Alagna.
La tumulazione del corpo è avvenuta alla presenza di Rosalia Messina Denaro, una delle sorelle del boss arrestato il 16 gennaio dopo 30 anni di latitanza e morto poco tempo dopo il fermo. La donna, arrestata nei mesi scorsi con l'accusa di essere lo snodo delle comunicazioni del latitante, è stata autorizzata dal magistrato di sorveglianza a lasciare il carcere per dare l'ultimo saluto alla madre.
Bice, Giovanna e Salvatore Messina Denaro, dal canto loro, hanno rifiutato di firmare la notifica del divieto di funerali pubblici disposto dal questore Peritore per mostrare la propria opposizione alle leggi dello Stato.