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Meningite in Toscana, grave a Firenze una ragazza di 25 anni

La meningite torna a far paura in Toscana. Una ragazza di venticinque anni è stata ricoverata domenica sera nel reparto di rianimazione all’ospedale fiorentino di Careggi per una meningite. Secondo quanto si apprende da fonti sanitarie, le sue condizioni sono molto gravi: la ragazza sarebbe in coma.
A cura di Susanna Picone
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La meningite torna a spaventare la Toscana, regione particolarmente colpita negli anni scorsi. All’ospedale fiorentino di Careggi è ricoverata in rianimazione da domenica pomeriggio una ragazza di venticinque anni. Secondo quanto si apprende da fonti sanitarie, le sue condizioni sono gravi. La giovane sarebbe in coma. Sono subito state avviate le procedure per individuare il ceppo del meningococco che ha colpito la giovane. Dovrebbe trattarsi del temibile ceppo C che aveva scatenato l’ondata epidemica in Toscana per cui era stato attivato un piano di vaccinazione di massa (la stessa paziente, stando a quanto emerso finora, sarebbe stata vaccinata nel 2016). Subito i sanitari hanno avviato la profilassi prevista in questi casi per tutte le persone che sono state a contatto con la giovane paziente nei giorni precedenti al manifestarsi della malattia. La ragazza, a quanto si apprende, è impiegata in un centro di telefonia, quindi a contatto con un numero elevato di persone. Questo registrato all’ospedale Careggi è il primo caso di meningite in Toscana dall’inizio del 2019. 

Meningite da meningococco per una sessantenne all'Aquila – Nei giorni scorsi si è verificato un caso analogo in Abruzzo: una donna di sessanta anni di origini romane è stata ricoverata nel reparto di rianimazione dell'ospedale dell'Aquila. Stando ai risultati degli esami microbiologici, la paziente è stata colpita da una meningite batterica con uno stato infiammatorio molto grave, secondo i medici da meningococco, la forma più grave e aggressiva della malattia. Fonti sanitarie rassicurano che si tratta di un caso isolato e che non c'è allarme. Le condizioni della sessantenne risultano stazionarie. Intanto è scattata la profilassi del caso: medici e operatori sanitari che sono stati in contatto con la paziente e i parenti hanno assunto la copertura medicinale di prevenzione.

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