1.407 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Medico insultato da un paziente a Lignano: “È la quotidianità di chi è nero in questo Paese, soffro”

Parla Andi Nganso, medico di 35 anni, aggredito nei giorni scorsi al pronto soccorso di Lignano Sabbiadoro da un paziente per il colore della sua pelle: “Mi sono trovato in una situazione surreale. Tanta la frustrazione, ma anche delusione perché ho assisto all’involuzione di un Paese verso valori negativi”.
A cura di Ida Artiaco
1.407 CONDIVISIONI
Immagine

"Ci sono stati quasi venti minuti di insulti, di cui alcuni sono stati condensati nella registrazione che ho fatto. Ricordo ogni parola, ma non me la sento di ripeterle, perché sono violente e fanno male".

A parlare è Andi Nganso, medico di 35 anni, che nei giorni scorsi è stato suo malgrado il protagonista di un brutto episodio di razzismo verificatosi nel pronto soccorso dell'ospedale di Lignano Sabbiadoro, dove lavora.

"Non toccarmi, sei nero!", "Preferivo due costole rotte che farmi visitare da un nero", gli ha urlato un paziente di circa 60 anni della provincia di Treviso che era rimasto ferito in seguito a una rissa.

In una lunga intervista al Corriere della Sera, il dottore ha spiegato la sua versione dei fatti, per i quali ha già presentato querela scritta ai Carabinieri.

Immagine

"Mi sono trovato in una situazione surreale. Nella notte del 17 agosto, mentre ero di turno al punto di primo intervento di Lignano, un paziente è stato portato in corsia dalla squadra del 118 in ambulanza per presunte ferite da escoriazioni. L’infermiera che mi ha passato la consegna ha riferito di aver ricevuto offese misogine. Quando ho provato ad avviare la comunicazione, non c’è stata nemmeno la possibilità di proseguire a parole", ha raccontato Nganso.

Tanta la rabbia per quanto successo: "Ho provato tanta frustrazione, ma anche delusione perché ho assisto all’involuzione di un Paese verso valori negativi. Fa male anche per questo", ha aggiunto il 35enne, arrivato in Italia dal Camerun nel 2006 proprio per studiare medicina.

Per questo, ha sporto denuncia: "Ora sono seguito dal team legale dell’avvocata Cathy La Torre – ha precisato -. Ho deciso di procedere in questo modo sia per il trauma personale subito sia perché quanto accaduto è solo uno tra i tanti episodi che appartengono a un trauma collettivo. Di una comunità che da anni sta chiedendo aiuto, ma che assiste a partiti che alimentano certi atteggiamenti d’odio anziché controllarli".

Alla domanda se questo fosse il primo episodio di razzismo sul posto di lavoro ha infine risposto: "No, il razzismo è nella quotidianità di tanti medici e infermieri. Da situazioni tra le più eclatanti, come quella che ho subito a Lignano, ad altre più subdole. E non parlo solo di me, ma di tante altre persone. Eppure, i casi di cui veniamo a conoscenza sono pochi. Sono pochi perché non tutti hanno le possibilità di essere sostenuti da una struttura legale, la possibilità economica o una situazione lavorativa tale da concedersi il privilegio di denunciare".

1.407 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views