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Mario Paglicci e Fulvio Casini morti nell’incidente in elicottero a Bada Tebalda: recuperati corpi

Recuperati sull’Alpe della Luna i corpi di Mario Paglicci, imprenditore orafo aretino, e Fulvio Casini, di Sinalunga, precipitati con il loro elicottero Agusta Westland 109. L’area è sotto sequestro, indaga la procura di Arezzo per chiarire cause e dinamica dell’incidente.
A cura di Biagio Chiariello
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Fulvio Casini e Mario Paglicci
Fulvio Casini e Mario Paglicci

Sono stati recuperati i corpi dei due uomini che si trovavano a bordo dell’elicottero Agusta Westland 109 precipitato domenica pomeriggio sull’Alpe della Luna, nel territorio di Badia Tedalda, sul versante toscano del confine con le Marche. Le vittime sono l’imprenditore orafo aretino Mario Paglicci, 77 anni, e Fulvio Casini, 67 anni, di Sinalunga.

Recuperati i corpi delle vittime dell'incidente in elicottero a Bada Tebalda

Le operazioni di recupero sono state condotte dai vigili del fuoco di Arezzo, con il supporto delle squadre del nucleo Speleo alpino fluviale (Saf), data la natura particolarmente impervia dell’area. A intervenire anche l’elicottero “Drago 125”, con personale dei reparti volo di Cecina e Arezzo, che ha permesso di raggiungere il relitto situato in un canalone a centinaia di metri d’altitudine, tra boschi fitti e nebbia persistente.

I corpi, carbonizzati, sono stati estratti al tramonto dall’abitacolo completamente distrutto dalle fiamme. Per il riconoscimento sarà necessario l’esame del DNA, che verrà comparato con quello dei familiari. Le salme sono ora a disposizione dell’autorità giudiziaria, mentre l’area dell’incidente resta sotto sequestro.

Sul tavolo della procuratrice Julia Maggiore è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo, un atto dovuto per chiarire le cause della tragedia. Secondo quanto trapelato, il sistema di bordo dell’elicottero potrebbe aver segnalato un’anomalia tecnica poco prima dello schianto, ma al momento nessuna ipotesi è esclusa: le verifiche tecniche dovranno stabilire se si sia trattato di un guasto improvviso o di un errore di valutazione in condizioni di visibilità ridotta.

Le ricerche erano partite domenica sera, dopo che l’elicottero era scomparso dai radar e i contatti radio si erano interrotti. A lanciare l’allarme era stata la figlia di Paglicci, che aveva ricevuto dal padre un messaggio in cui accennava a un’avaria al motore. Poi il silenzio. Nella notte i soccorritori hanno battuto l’intera area dell’Alpe della Luna, fino a individuare il relitto nella mattina di lunedì.

L’elicottero, di proprietà dei due imprenditori, era partito dal centro di volo “Serristori” di Castiglion Fiorentino per un viaggio di piacere verso Venezia, con rientro previsto nel pomeriggio. Un volo di svago che si è trasformato in una tragedia improvvisa, forse aggravata da nebbia e maltempo.

Sul luogo dell’impatto sono intervenuti anche i tecnici dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (ANSV), che affiancheranno la procura di Arezzo negli accertamenti per ricostruire la dinamica del volo, dalle fasi di decollo agli ultimi istanti prima dello schianto. L’inchiesta, al momento, è iscritta a modello 44, “contro ignoti”, e sarà accompagnata da perizie tecniche sul relitto e sull’equipaggiamento di bordo.

Fulvio Casini
Fulvio Casini

Chi erano Mario Paglicci e Fulvio Casini

Mario Paglicci era uno dei nomi più noti del distretto orafo aretino, tra i principali poli dell’oreficeria europea. Classe 1948, aveva fondato con il fratello Giancarlo la “Gior”, poi divenuta Gimet, nucleo originario di un gruppo industriale cresciuto fino a comprendere diverse società attive nella lavorazione di oro, argento e bigiotteria. Con intuizione e visione, Paglicci aveva contribuito allo sviluppo del comparto orafo locale, promuovendo innovazione e collaborazioni nel settore, fino a farne una realtà di riferimento anche a livello internazionale.

Appassionato di volo, Paglicci era solito spostarsi in elicottero con la stessa naturalezza con cui altri usano l’automobile. Quel mezzo, simbolo della sua libertà e della sua passione, è diventato il teatro della tragedia. L’imprenditore aveva superato negli anni diverse malattie, continuando a dedicarsi con entusiasmo sia all’azienda di famiglia sia alla sua grande passione per l’aria.

Mario Paglicci
Mario Paglicci

La guida operativa della Paglicci Group era ormai passata ai figli, Gianluca e Maria, che portano avanti l’attività. Gianluca, in particolare, ha condiviso con il padre l’amore per la velocità e il rischio: negli anni ’90 è stato pilota di Formula 3 e Formula 3000, ottenendo risultati di rilievo.

Fulvio Casini, 67 anni, era un imprenditore stimato e benvoluto a Sinalunga, nel Senese. Dopo aver gestito per anni con la famiglia un panificio storico, aveva deciso di intraprendere una nuova strada nel settore immobiliare, fondando la Marta Immobiliare, dedicata alla figlia Marta, oggi residente a Milano e impegnata nel mondo dell’editoria.

Molto legato alla sua comunità, Casini era anche volontario della Misericordia locale, dove prestava servizio da anni. Il sindaco di Sinalunga, Edo Zacchei, ha espresso il cordoglio dell’intera città, profondamente colpita dalla notizia dell’incidente.

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