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Malore improvviso dopo cena: morto a 31 anni Enrico Panzera, il biologo che salvava le tartarughe

Lutto in Salento per la morte improvvisa di Enrico Panzera, il biologo marino che salvava le tartarughe aveva 31 anni. Sabato scorso è stato colto da un malore dopo una cena in famiglia: “Ti ricorderemo per sempre, un eroe dei nostri tempi”.
A cura di Ida Artiaco
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Lutto in Salento per la morte improvvisa e prematura di Enrico Panzera, il biologo marino che salvava le tartarughe. Il ragazzo aveva solo 31 anni ed è deceduto probabilmente a causa di una emorragia cerebrale.

È stato infatti colto sabato sera da un malore dopo una cena in famiglia, mentre si trovava disteso sul divano. Sono stati allertati subito i sanitari del 118 che purtroppo non hanno potuto fare nulla: una volta arrivati sul posto non hanno potuto far altro che dichiararne il decesso.

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I funerali si sono svolti oggi, lunedì 17 ottobre, presso la chiesa di Sant'Antonio a San Cesario di Lecce.

Enrico lavorava al Museo di Storia Naturale di Calimera, che per primo ha diffuso la notizia della sua morte. "Oggi è una bruttissima giornata per noi e per tutti quelli che ci sono accanto, il museo resterà chiuso oggi – si legge sulla pagina istituzionale del Centro Recupero Tartarughe Marine del Museo – nella notte il biologo Enrico Panzera, ha perso la vita dopo un malore. Ci stringiamo nell'immenso dolore che ha colpito la sua famiglia e la sua amata Elisabetta. Vogliamo ricordarti nella tua ultima missione in Libano sempre in difesa delle tue amate tartarughe".

Tanti sono anche i messaggi di cordoglio di numerose associazioni sui social network. "Grazie anche al suo impegno, centinaia di tartarughe marine hanno avuto una seconda possibilità. Ti ricorderemo per sempre, un eroe dei nostri tempi. Riposa in pace", si legge sulla pagina ufficiale di Plastic free, associazione no-profit impegnata contro l'inquinamento da plastica.

"Enrico Panzera era un professionista serio e gentile, un amico di Fondazione Cetacea che abbiamo avuto la fortuna di conoscere e apprezzare in questi anni perché nonostante i chilometri che ci separavano condividevamo la stessa grande passione e lo stesso approccio al lavoro di conservazione delle tartarughe marine. Ogni occasione in questi anni è stata buona per incontrarsi e scambiarsi conoscenze e passare del tempo insieme e questi ricordi ci rimarranno sempre carissimi", ha scritto invece Fondazione Cetacea.

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