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Mafia, sequestro record di 1.3 miliardi al “re del vento” Vito Nicastri

La Direzione Investigativa Antimafia sta eseguendo la più cospicua confisca di beni mai effettuata in Italia, un sequestro che ha colpito l’imprenditore siciliano Vito Nicastri, leader nel settore dell’energia pulita. Secondo gli inquirenti Nicastri era vicino a diversi personaggi mafiosi.
A cura di Susanna Picone
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La Direzione Investigativa Antimafia sta eseguendo la più cospicua confisca di beni mai effettuata in Italia, un sequestro che ha colpito l’imprenditore siciliano Vito Nicastri, leader nel settore dell’energia pulita. Secondo gli inquirenti Nicastri era vicino a diversi personaggi mafiosi.

È il sequestro di beni più cospicuo mai effettuato in Italia: la Dia, Direzione Investigativa Antimafia, sta eseguendo una operazione che colpisce al cuore “l’aria grigia di cosa nostra”, riprendendo le parole usate a Palermo. L’operazione di mega confisca sta interessando la Sicilia e anche altre regioni d’Italia, la Lombardia, il Lazio e la Calabria. I beni confiscati sono quelli dell’imprenditore siciliano Vito Nicastri e ammontano a oltre un miliardo e trecento milioni: Nicastri, alcamese, è il “re del vento”, un famoso imprenditore leader nel settore della produzione alternativa dell’energia elettrica. L’imprenditore, 57 anni, è stato coinvolto in passato in molte vicende, anche di natura penale, insieme a persone riconducibili alla mafia e si è relazionato – dicono gli inquirenti – con diversi oggetti degli ambienti criminali.

Il re del vento prestanome di Matteo Messina Denaro – La Direzione Investigativa Antimafia ha spiegato in una nota che sul patrimonio a lui confiscato c’è l’ombra del numero uno di Cosa Nostra ancora in libertà, Matteo Messina Denaro: la Dia ha controllato l’escalation di Nicastri, elettricista accusato di essere diventato un importante imprenditore proprio grazie “alla continuità consapevole e costante agli interessi della criminalità organizzata”. A Vito Nicastri è stata imposta la sorveglianza speciale per tre anni, con obbligo di soggiorno ad Alcamo (Trapani). Il patrimonio che gli è stato confiscato comprende 40 società che operano nel settore dell’energia pulita, immobili e disponibilità finanziarie.

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