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Covid 19

Locatelli promette: “Entro fine febbraio vaccinati sanitari e ospiti Rsa”. Ma è davvero possibile?

“L’obiettivo è arrivare a completare il milione e 800 mila operatori sanitari, personale e ospiti delle Rsa entro fine febbraio”: a dirlo è il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, sulle vaccinazioni. Ma, numeri alla mano, è davvero possibile che l’Italia riesca a somministrare le dosi del vaccino anti-Covid a circa 2 milioni di persone entro fine febbraio? Proviamo a capirlo.
A cura di Stefano Rizzuti
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Per il presidente del Consiglio superiore di sanità ed esponente del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli, l’Italia può riuscire a vaccinare tutti gli operatori sanitari, il personale e gli ospiti delle Rsa entro la fine di febbraio. In un’intervista al Fatto Quotidiano Locatelli sulla vaccinazione anti-Covid afferma: “Si sta già correndo e adesso l’obiettivo è arrivare a completare il milione e 800 mila operatori sanitari, personale e ospiti delle Rsa entro fine febbraio”. Una promessa che non è facile da rispettare, considerando che finora sono stati approvati solamente due vaccini: Pfizer/BioNTech e Moderna. Ma solo il primo viene già effettivamente consegnato in Italia, quello di Pfizer. Peraltro entrambi necessitano di due dosi per l'immunizzazione. Ma è davvero possibile riuscire a vaccinare tutti gli operatori e gli ospiti delle Rsa entro fine febbraio? Ci sono le dosi sufficienti e si riuscirà realmente a somministrarle in tempi così brevi? Secondo quanto scritto nel piano vaccinale del governo, gli operatori sanitari e sociosanitari sono 1,4 milioni, a cui aggiungere 570mila tra personale e ospiti delle residenze per anziani, per un totale di quasi 2 milioni di italiani.

Le vaccinazioni in Italia: i numeri

I dati sulle vaccinazioni in Italia sono quelli relativi alle ore 10 dell’8 gennaio ed evidenziano che le dosi di vaccino arrivate sul territorio nazionale sono finora 908.700. Quelle somministrate sono 413.121, corrispondenti a circa il 45% di quelle ricevute. Finora sono stati vaccinati 346mila operatori sanitari e sociosanitari, 24mila ospiti delle strutture residenziali e altre 43mila unità di personale non sanitario. Ricordiamo che si tratta di persone a cui è stata somministrata solo la prima dose del vaccino e non entrambe quelle che servono per diventare immuni.

Le dosi di vaccino che arriveranno in Italia entro febbraio

Il piano vaccinale del governo prevede per il primo quadrimestre del 2021 la consegna di 8,7 milioni di dosi del vaccino Pfizer, 1,3 milioni di Moderna e anche 16 milioni di AstraZeneca e 2 di Curevac. Si tratta di un piano risalente a prima dell’approvazione dei vaccini, che quindi non tiene effettivamente conto del fatto che AstraZeneca non arriverà prima di febbraio e Curevac probabilmente anche dopo. Secondo la tabella del piano vaccinale, comunque, l’Italia dovrebbe ricevere 28,2 milioni di dosi nei primi quattro mesi del 2021. Con una media di 9,4 milioni di vaccini per mese.

Le dosi di Pfizer e Moderna

In attesa dell’approvazione del vaccino AstraZeneca da parte dell’Ema, che potrebbe non arrivare prima di fine mese o di febbraio, i vaccini già autorizzati sono quelli di Pfizer e Moderna e su quelli bisogna fare i calcoli per i primi due mesi dell’anno, quelli in cui l’Italia dovrebbe vaccinare – secondo Locatelli – operatori sanitari e ospiti delle Rsa. Partiamo da Pfizer: in Italia dovrebbero arrivare circa 450mila dosi a settimana (una cifra destinata ad aumentare progressivamente, secondo le previsioni, ma al momento non sta ancora avvenendo).

Continuando al ritmo attuale, da qui a fine febbraio le consegne di Pfizer fino a fine febbraio dovrebbero essere 9, da 450mila dosi ciascuna. Vorrebbe dire che arriverebbero circa 4 milioni di dosi (comprese quelle già ricevute negli scorsi giorni). Da Moderna, invece, dovrebbero arrivare circa 100mila dosi a gennaio e poi 600mila a febbraio. Il totale di dosi ricevute fino a fine febbraio, quindi, sarebbe di poco meno di 5 milioni. Sufficienti, se i ritmi fossero realmente questi, non solo a somministrare la prima dose ma anche la seconda a tutti gli operatori e gli ospiti delle Rsa (che sono circa 2 milioni, per cui basterebbero quindi 4 milioni di dosi). Ma sull'effettiva consegna, soprattutto per Moderna che non ha ancora iniziato, non ci sono certezze.

La somministrazione dei vaccini in Italia

Non basta avere le dosi, però, per riuscire effettivamente a vaccinare quasi due milioni di italiani entro fine febbraio. Proviamo a capire come stanno andando finora le somministrazioni e se l’Italia può riuscire realmente a rispettare la promessa di Locatelli. Finora sono state somministrate 413mila dosi dal 30 dicembre, quindi in 10 giorni (escludiamo le prime quasi 10mila dosi simboliche da questo calcolo). Fino alla fine di febbraio ci sono circa 50 giorni, per cui continuando a questo ritmo potrebbero essere somministrate circa 5 volte le dosi somministrate finora. Saremmo, a questo ritmo che potrebbe però aumentare, a circa 2 milioni dosi entro fine febbraio. Quanto basta per vaccinare almeno 1 milione di persone con due dosi. E un numero maggiore se si considera che chi viene vaccinato per la prima volta da metà febbraio riceverà la seconda dose a marzo.

Ad oggi in Italia sono state somministrate poco meno del 50% delle dosi consegnate. Se, rispettando i calcoli, in Italia dovessero arrivare oltre 4,5 milioni di dosi, il nostro Paese sarebbe in grado – a questo ritmo – di vaccinare ben oltre due milioni di persone (con una dose ciascuno, però). Da più parti è stato assicurato che il ritmo delle vaccinazioni crescerà ed effettivamente questo sta in parte già succedendo in questi giorni. Ma ad oggi è difficile capire quante dosi l’Italia riesce davvero a somministrare al giorno. Per cui anche nel caso in cui dovessero arrivare più dosi (dovrebbero essere quasi 5 milioni entro febbraio), non è detto che l’Italia riesca a somministrarne abbastanza per vaccinare tutti gli operatori e gli ospiti delle Rsa. Per capire se la promessa di Locatelli possa essere mantenuta, quindi, bisognerà aspettare ancora un po’ e i conti andranno fatti a fine febbraio.

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