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Lo studente “ribelle” alla Maturità Gianmaria Favaretto a Valditara: “Bocciare chi protesta? Violenza”

Il ragazzo che ha rifiutato di sostenere l’orale dell’esame di maturità risponde al ministro Valditara, che minaccia di bocciare chi protesta: “Non c’è alcun dialogo con gli studenti. Sono dell’idea che un problema, che evidentemente esiste, si può provare a risolverlo nei due modi: o con il dialogo, oppure violentemente. E quella del ministro mi sembra una risposta violenta”. Un nuovo caso oggi a Treviso.
A cura di Davide Falcioni
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Ricordate la storia di Gianmaria Favaretto, il ragazzo di 19 anni ex studente del liceo scientifico Enrico Fermi di Padova che ha deciso di voltare le spalle all’orale dell’esame di maturità? Il suo non è stato un caso isolato: anche altri studenti e studentesse in Italia – come la bellunese Maddalena Bianchi e altri due ragazzi questa mattina a Treviso e Firenze – hanno deciso di fare scena muta davanti ai professori; non perché non fossero adeguatamente preparati, ma per protesta nei confronti di un sistema scolastico che considerano "vecchio", incentrato sulla competizione e le performance ma poco attento alle esigenze dei giovani.

Ebbene, che le convinzioni dei "ribelli della scuola" fossero fondate lo ha confermato, forse senza accorgersene, nientemeno che il ministro dell'Istruzione e del merito Giuseppe Valditara, il quale ha proposto una riforma: non sarà più possibile fare scena muta all'orale di maturità in segno di protesta contro il sistema di valutazione scolastica, pena la bocciatura.  "Sono senza parole – ha commentato al Corriere Gianmaria Favaretto -. Non c'è alcun dialogo con gli studenti. Sono dell'idea che un problema, che evidentemente esiste, si può provare a risolverlo nei due modi: o con il dialogo, oppure violentemente. E quella del ministro mi sembra una risposta violenta, per cui sono molto dispiaciuto".

Non solo Valditara ha travisato la scelta di Gianmaria. Anche la preside della sua ormai ex scuola infatti l'ha giudicata immatura, bollando lo studente come uno "sfaticato" e confermando forse, anche lei, la fondatezza delle critiche mosse al sistema scolastico: "Sono deluso da chi dovrebbe guidarci, dagli adulti, dal fatto che la scuola sia un luogo dove si verificano nozioni e basta. C'è da riflettere su tutto. Sono consapevole che la vita alla fine è una gara, che lo si voglia ammettere o meno. Si viene messi a confronto con tutti e tutto, sempre. L'ambiente scolastico dovrebbe essere protetto, un luogo in cui si possa crescere tranquillamente", invece "tra i banchi io vedo una competizione che condanna le persone e non le porta a sostenersi l'una con l'altra. Agli obiettivi si dovrebbe arrivare tutti assieme. In questi anni mi è sembrato che i compagni fossero solo il loro voto".

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