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L’esempio di integrazione di Meryem: arriva a Messina e diventa chef: “In cucina sono me stessa”

Meryem Fayed, da Casablanca a Messina, 19enne ha affrontato la Maturità ma ha già diversi anni di esperienza da sous chef. Originaria del Marocco, è un esempio di chi lascia la propria terra e non si lascia sopraffare dalle difficoltà. Vuole essere un punto di riferimento per le nuove generazioni e sogna di diventare una grande chef: “In cucina sono me stessa”
A cura di Francesco Bunetto
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Si chiama Meryem Fayed, 19 anni, nata in Marocco ma abita a Messina. Era solo una bambina quando da Casablanca, insieme alla sua famiglia, arriva in Sicilia. C'è chi cambia continente, lingua e stili di vita e purtroppo si arrende alle difficoltà che la vita presenta, chi abbandona la scuola, chi si chiude in se stesso e chi non riesce a sopportare i pregiudizi e le critiche della gente. C'è chi invece, come Meryem riesce a fare quello sforzo in più e rendere la vita migliore, seguire un sogno, fare tanta esperienza, integrarsi ed essere un vero e proprio esempio da seguire."In cucina mi sento me stessa – dice Meryem – è stata dura imparare la lingua e integrarmi ma a oggi ho avuto tante soddisfazioni".

La passione per la cucina e il sogno di diventare chef

La giovane 16enne sin da piccola osservava il nonno cucinare e quando si recava in un magazzino di spezie, sentiva l'odore e, con l'aiuto della madre con il tempo, è nata questa grande curiosità per la cucina. Arrivati in Italia, ha iniziato la scuola, si è integrata e ha imparato la lingua."È stata una fortuna nascere in Marocco – ha detto Meryem – perché hai la padronanza della lingua araba, poi ho studiato il francese, l'inglese e ovviamente anche l'italiano. Tutto ciò mi ha aiutata molto nel mondo del lavoro e infatti ho fatto anche esperienze in Francia per cui non ho avuto problemi di lingua". Ogni volta che entro in cucina, posso passare ore e ore dentro, con il caldo, con le scarpe antinfortunistica però mi sento bene e non penso ai problemi che si incontrano nella vita di tutti i giorni.

Successivamente con l'alternanza scuola – lavoro si è avvicinata al mondo del lavoro e piano piano, da lavapiatti commis è diventata una sous chef."Essere una donna chef, non si vede tutti i giorni, a 16 anni poi, perché ti trattano come una ragazzina e quindi è lì che hai l'occasione per far vedere che sei capace anche se hai 16 anni, per questo ho saputo sfruttare diverse occasioni e avere molte soddisfazioni".

La maturità e anni di esperienza

Meryem ha diversi anni di esperienza lavorativa in cucina, mentre i suoi coetanei erano alle prese con i libri e gli esami di maturità. Ma nonostante questo, la ragazza porta a casa un bel 100/100 al diploma come voto finale. "Mi sono diplomata con un buon voto – continua – ne vado molto fiera perché non è stato facile soprattutto per questa situazione del Covid. Ho ricevuto delle piccole critiche anche da parte dei maestri. Una volta – racconta Meryem – ero alla lavagna, stavo facendo degli esercizi di matematica e ho sbagliato, avevo una fascettina sui capelli che non si avvicinava neanche a un velo, la maestra mi guarda e mi dice: «Voi con questo fazzoletto in testa siete sempre stupide» . Questo 100 alla maturità e 10 in matematica, è stata una vendetta perché – continua – quel giorno non ho risposto ma sto rispondendo con il tempo. La ragazza vuole essere un esempio di donna e anche di donna chef da seguire, nonostante i problemi quotidiani, bisogna sempre andare avanti:"I primi due, tre anni sono difficili perché incontrerai razzismo, bullismo, però invece di crearsi degli alibi e rimanere chiusi in questa sofferenza, fare un piccolo sforzo e – conclude – avere un futuro migliore e diventare perché no, un esempio per le prossime generazioni".

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