412 CONDIVISIONI

Le vetrine in frantumi e le foto del bottino su Instagram: così è stata incastrata la baby-gang di Torino

Furti, rapine, ricettazione, resistenza. Questo il curriculum criminale di molti dei ragazzini (quasi tutti millenials) che lo scorso 26 ottobre hanno saccheggiato i negozi del cuore di Torino, sfondando le vetrine e devastando tutto ciò che trovavano. 37 persone arrestate, molte di loro con precedenti penali. A loro gli inquirenti sono arrivati anche scandagliando i profili sui social network.
A cura di Biagio Chiariello
412 CONDIVISIONI
Immagine

Lo zaino di Gucci fotografato sul banco di scuola, alle nove di mattina, e postato con noncuranza su Instagram. Un particolare che non è passato inosservato agli occhi degli inquirenti che indagano sui fatti dello scorso 26 ottobre a Torino, quando circa 400 "violenti" si sono mischiati ai manifestanti, che protestavano contro il ripristino delle misure restrittive anti Covid, facendo razzia nei negozi del centro, sfondando le vetrine di Gucci e di un'altra trentina di negozi. L'obiettivo dei 37 vandali (tra cui 12 minorenni), arrestati ieri mattina dalla squadra mobile per devastazione e saccheggio, chiaramente non aveva nulla a che fare con quelle proteste. Le loro azioni, scrivono i pm Paolo Scafi e Giuseppe Drammis nel fermo, erano "premeditate". Vari gruppetti si erano dati appuntamento per scatenare il caos, "approfittando del fatto che le forze dell’ordine fossero impegnate" a contenere i tafferugli. L’operazione ‘Criminalpage', dal nome di una pagina Instagram oscurata poi a novembre, è iniziata subito dopo i primi 11 arresti effettuati nella serata del 26 ottobre da volanti e Digos, che sta ancora indagando sui disordini e su tutti gli altri reati commessi quella notte.

Immagine

 Il più giovane degli arrestati ha 15 anni, il più vecchio 48, ma è l’unico over 30. Gli altri sono quasi tutti millenials con precedenti penali per furto, rapine ai passanti e spaccio. Si erano organizzati usando i social poche ora prima della guerriglia: "Andiamo in centro, stasera c’è casino". Avrebbero agito in piccoli gruppetti, coalizzandosi mentre le forze dell’ordine venivano bersagliate con sassi e bottiglie e poi litigando per la refurtiva. Come quella del bottino di Gucci, da cui i ladri hanno portato via merce per 94mila euro (229mila il prezzo di vendita). Ma c'è anche quella rubata allo store Corrado di piazza Castello e quella alla Geox.

Immagine

Quasi nessuno degli arrestati è incensurato: tre nordafricani erano già stati indagati per rapine collegate ai fatti di piazza San Carlo (3 giugno 2017). Anass Chakir (condannato per furti e rapine), era stato ammonito per violenza domestica. Abdeloihad Hajjoub era stato espulso dal territorio nazionale dal questore, Giuseppe De Matteis, ma non aveva ottemperato. Sia lui, che Trachi Houssam (ex occupante della Cavallerizza), hanno rapinato passanti anche dopo il 26 ottobre. Si parla di tre rapine – di cellulari e portafogli – e un’aggressione con coccio di bottiglia a un tassista. La squadra mobile è risalita ai saccheggiatori analizzando i filmati delle telecamere del centro e analizzando i social: come una stories su Instagram in cui uno dei giovanissimi razziatori si vantava del bottino da Gucci direttamente a scuola…

412 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views