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Le mazzette sotterrate e il percolato in mare: arrestato Leonardi, re dei rifiuti siciliani

Antonino Leonardi, patron della più grande discarica di Sicilia, è stato arrestato stamattina. Tra Lentini e Catania si sarebbero consumati i reati che lo hanno fatto finire in manette, assieme a suo fratello Salvatore, con accuse che vanno dal concorso esterno in associazione mafiosa alla corruzione continuata.
A cura di Luisa Santangelo
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Antonino Leonardi
Antonino Leonardi

Classe 1963, proprietario di un impero fatto di immondizia. Antonino Leonardi è il patron della Sicula trasporti, la più grande discarica di Sicilia, ed è stato arrestato stamattina. Tra Lentini e Catania si sarebbero consumati i reati che lo hanno fatto finire in manette, assieme a suo fratello Salvatore, con accuse che vanno dal concorso esterno in associazione mafiosa alla corruzione continuata. Le intercettazioni della procura di Catania registrano anche il rumore delle mazzette.

Un altro re è finito in manette. Arrestato, stamattina, con accuse pesantissime. Antonino Leonardi, classe 1963, è il patron della discarica più grande di Sicilia, adesso sequestrata: la Sicula trasporti di contrada Grotte San Giorgio, in territorio di Lentini (provincia di Siracusa), raccoglie l'immondizia di circa duecento Comuni siciliani. Un'enormità che va di pari passo con il business: un fatturato da cento milioni di euro l'anno, una minima parte dei quali trovati interrati nei pressi dell'impianto che abbanca due milioni di chili di spazzatura al giorno. I finanzieri i soldi li hanno trovati stamattina: con un escavatore hanno smosso il terreno e hanno trovato i fusti di plastica dentro ai quali le mazzette di contanti erano difficili da contare. Oltre un milione di euro di banconote tra le dune di rifiuti.

Le accuse, nei confronti di nove persone, vanno dall'associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti al concorso esterno in associazione mafiosa (per una questione non attinente, però, con i rifiuti), passando per la frode, la corruzione continuata e la rivelazione del segreto d'ufficio. "Quello della spazzatura è uno dei settori più inquinati di Sicilia", dice il procuratore capo catanese Carmelo Zuccaro. L'immondizia puzza ovunque, sull'Isola ancora di più. Nel territorio al confine tra Lentini e Catania, i residenti lo hanno denunciato molte volte. Nel 2017 ai microfoni di Fanpage.it chiedevano attenzione su quella enorme discarica a poche centinaia di metri in linea d'aria dalle abitazioni.

Le intercettazioni dei magistrati etnei cristallizzano due anni di "profumo" e registrano perfino il fruscio delle presunte mazzette. Raccontano dei favori dei dipendenti pubblici al patron della Sicula, che sarebbe stato informato per tempo delle ispezioni di controllo. Antonino, detto Antonello, Leonardi sarebbe stato avvertito in più di una circostanza da Vincenzo Liuzzo (Arpa Siracusa) e Salvatore Pecora (Libero consorzio di Siracusa). Il re della discarica sarebbe stato messo a conoscenza di tutto e avrebbe diretto ogni cosa: compreso lo sversamento in mare del percolato. È novembre 2018, le alluvioni non si contano in ogni parte della Sicilia.

A Lentini la strada viene sommersa e l'acqua piovana sommerge le vasche di abbancamento. "Le acque meteoriche che entrano in contatto con i rifiuti o che si infiltrano nella massa dei rifiuti stoccati diventano percolato", scrive il giudice per le indagini preliminari nell'ordinanza che dispone l'arresto per cinque persone e per altre quattro l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Così la pioggia diventa liquido che va stoccato. "Se piove, abbìa (getta, ndr) tutte cose fuori", dice Leonardi, registrato, a un suo dipendente. Per i magistrati, "fuori" significa nei canaloni che arrivano direttamente sul mare della costa orientale della Sicilia. Pioggia e percolato. A un vigilantes che chiede informazioni su quei grossi tubi che aspirano liquido, il dipendente risponde: "Là sotto, gli ho detto, abbiamo fatto una vasca… Che spacchio gli dovevo dire? Che se ne andava a mare?", racconta ad Antonello Leonardi. E il patron risponde, ridendo: "Minchia". Poco dopo, a suo fratello Salvatore Leonardi, arrestato anche lui, Antonino Leonardi dirà: "Il percolato lo abbiamo dovuto buttare tutto fuori. Ma è annacquato…".

Solo uno degli episodi citati nelle oltre 400 pagine in cui i magistrati ripercorrono due anni (il 2018 e il 2019) di mazzette e rifiuti non passati dal Tmb (trattamento meccanico-biologico) ma gettati nelle vasche. In un camion controllato dai finanzieri vengono trovati elettrodomestici, materassi, copertoni e perfino i rifiuti sanitari dell'ospedale Garibaldi nuovo di Catania. "I copertoni non ci possono andare in discarica?", domanda Leonardi senior a Marco Morabito, oggi responsabile tecnico della Sicula trasporti, in passato dirigente dell'Ecologia del Comune di Catania. "No, non ci possono andare", replica Morabito. La procura etnea indaga anche su di lui.

Per la procura di Catania, la discarica non era più in grado di assorbire l'enorme quantità di immondizia che arriva quotidianamente da centinaia di Comuni siciliani. Ma Leonardi avrebbe letteralmente fatto carte false per non ridurre il suo business multimilionario. Le domande, adesso, riguardano il futuro. Perché il tappo della discarica è saltato con le manette di oggi, ma domani la spazzatura continuerà a essere prodotta. E da qualche parte dovrà finire.

I nomi dei destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare:
Filadelfo Amarindo, nato a Lentini il 14/03/1952;
Francesco Guercio, nato a Scordia il 10/06/1971;
Nicola Guercio, nato a Scordia il 29/11/1961;
Antonino Leonardi, nato a Catania il 6/11/1963;
Salvatore Leonardi, nato a Catania il 23/01/1973;
Vincenzo Liuzzo, nato a Maletto il 1/02/1963;
Pietro Francesco Nicotra, nato a Catania il 3/08/1984;
Salvatore Pecora, nato a Francofonte il 31/05/1957;
Francesco Zappalà, nato a Catania il 30/05/1968.

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