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La storia della coppia tedesca che ha aperto una pizzeria in Italia: “Tutti passano da noi”

L’inusuale scelta di Thomas e Irene, in Italia da 23 anni, che nel 2016 hanno aperto ad Airole (Imperia) la pizzeria “A Teira”. Superata l’iniziale diffidenza, la loro pizza dagli ingredienti freschi e stagionali ha conquistato pure i residenti, complice anche il fatto di essere l’unica della zona.
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Irene Horbrand e Thomas Hartke, pizzeria A Teira (Airole, Liguria)
Irene Horbrand e Thomas Hartke, pizzeria A Teira (Airole, Liguria)

C’è un argomento che gli italiani hanno particolarmente a cuore, sul quale non si accetta nessun tipo di critica né tantomeno proposte di innovazione che si discostino dalla tradizione: la cucina.

Eppure, dalla Liguria arriva una storia che è pronta a sfidare questo stereotipo. Ad Airole, infatti, un paesino in provincia di Imperia che in inverno conta meno di 400 abitanti, Thomas Hartke e Irene Horbrand hanno aperto un locale, ribattezzato "A Teira", che propone a turisti e residenti niente di meno che il cibo italiano per eccellenza: la pizza.

A Fanpage.it Thomas racconta che sono in attesa dell’inizio della bella stagione, con l’arrivo dei primi turisti previsto per fine mese: "Li aspettiamo con ansia, ci sono alcune famiglie che vengono ormai da molti anni, saremo alla terza-quarta generazione: e tutti passano da noi”.

I due coniugi provenienti da Monaco, entrambi sulla sessantina, si sono trasferiti in Liguria 23 anni fa, dopo essersene innamorati durante il loro primo viaggio, nel 1975.

Ma invece di limitarsi a godere delle belle giornate soleggiate e della “vita lenta” del Bel Paese, oltralpe tanto invidiata, la coppia si è sempre data da fare: per un paio di anni ha gestito il bar principale del paese, per poi aprire la pizzeria nel 2016.

In entrambi i casi, il lavoro si è dimostrato molto impegnativo, a causa sia degli stancanti orari di apertura, sia delle infinite pratiche burocratiche da affrontare quotidianamente. “Ho trovato un ottimo modo per risolverle – confessa scherzando Thomas, in un’intervista alla Cnn – semplicemente vado a chiedere aiuto in municipio dicendo: ‘Sono uno stupido tedesco, non so cosa devo fare’”.

Difficoltà amministrative a parte, l’ostacolo più grande che la coppia si è trovata ad affrontare è di sicuro quello di riuscire a servire pizze che potessero essere apprezzate anche dai locali, generalmente molto suscettibili in merito. “Sapevamo che non sarebbe stato facile servire pizza agli italiani – racconta sempre Thomas – è un cibo talmente sacro e intoccabile, ma ci abbiamo comunque voluto provare, e il nostro coraggio è stato ricompensato”.

Irene Horbrand, pizzeria A Teira (Airole, Liguria).
Irene Horbrand, pizzeria A Teira (Airole, Liguria).

A Teira, che in dialetto ligure significa “la terra”, non è solo una meta gettonata per i tanti turisti che in estate affollano il paesino, alla ricerca di un posto meno gremito delle località più in vista della regione, ma riscuote successo anche tra i locali.

Sicuramente il fatto di essere l’unica pizzeria del paese aperta tutto l’anno riduce la possibilità di scelta degli abitanti, ma come le voci degli stessi residenti confermano, la qualità del locale ha conquistato anche i più scettici: “La loro pizza è stagionale, usano solo ingredienti freschi e cambiano le pizze ogni volta in base alla disponibilità delle materie prime: sono sempre curiosa di provare l’ultima novità”, commenta Tiziana Spinosi, proprietaria di un ristorante sempre ad Airole e frequentatrice abituale della pizzeria.

Irene e Thomas sono gli unici a lavorare ad A Teira: lei si occupa delle pizze, lui serve ai tavoli e gestisce la sala, che ha una capienza di 10 tavoli per un totale di 50 persone.

Irene, che in Germania lavorava come designer di pellicce, non aveva mai fatto una pizza in vita sua, prima di trasferirsi in Liguria: il primo passo è stato seguire un corso intensivo con un pizzaiolo napoletano, il resto tutta pratica da autodidatta e sperimentazioni.

Ogni giorno, nella piccola cucina del locale nella quale non è ammesso nemmeno il marito, Irene prepara oltre 60 impasti, dalle 18 alle 22.

Il punto di forza delle sue pizze? Ingredienti di ottima qualità, sempre freschi e locali, e una spiccata creatività. “Vado ogni mattina al mercato di Ventimiglia, a 13 chilometri di distanza – racconta la pizzaiola nella stessa intervista alla Cnn – e là compro formaggio fresco, pomodori e verdure varie, pesce e affettati. Mi piace creare pizze diverse a seconda della stagione e dei prodotti disponibili: ogni pizza ha la sua storia

Alcune delle pizze di Irene Horbrand. Foto tratta dal profilo facebook.
Alcune delle pizze di Irene Horbrand. Foto tratta dal profilo facebook.

Ad esempio, la pizza “Irene” ha una base bianca, con mozzarella, gorgonzola, rucola e funghi, e come il nome stesso suggerisce, è la preferita della chef. Con la “Thomas”, invece, ha proprio voluto rischiare, in onore del marito: senza mozzarella – perché a Thomas non fa impazzire – ma con capperi, tonno e prosciutto, un mix di certo non usuale che però ha riscosso successo anche tra i più dubbiosi.

In particolare, ciò che rende A Teira speciale (oltre ad essere l’unica pizzeria del paese), è l’audacia della pizzaiola, che sperimenta nuovi accostamenti che vincono lo scetticismo dei clienti più legati alla tradizione.

Dal mix tra ingredienti locali di ottima qualità e “gusto tedesco” nascono abbinamenti sorprendenti: alla specialità con crauti, salsiccia e stinco di vitello, si affianca la pizza kebab, quella con il formaggio di capra o condita con il salmone (tra le più richieste); un piatto forte è anche la pizza con le pere, mentre molto ricercata è quella con funghi e aglio.

Unica pizza “oltraggiosa” che proprio non va giù ai clienti italiani? La pizza con l’ananas, ordinata solo ed esclusivamente dai turisti stranieri.

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