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La rianimazione è piena all’80%, il primario Grio: “Questa è la settimana clou”

Il primario della Rianimazione dell’Ospedale di Rivoli Michele Grio è su tutti i giornali per la provocazione lanciata ai suoi follower negazionisti: “Vi organizzo un tour in terapia intensiva” ha scritto, scatenando le reazioni di chi non crede che le terapie intensive siano quasi al collasso, almeno qui in Piemonte. Siamo andati a trovarlo e il Dottor Grio ci ha confermato che su 10 posti disponibili sono già 8 quelli occupati da pazienti gravi Covid positivi. “Questa sarà una settimana clou”
A cura di Gianluca Orrù
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E' quella che è appena cominciata la settimana decisiva durante la quale sapremo se il sistema sanitario piemontese è destinato a collassare sotto i colpi della recrudescenza del Covid-19, la malattia causata dal Coronavirus Sars-Cov-2. E' la prima volta che riesco ad infilarmi in un reparto almeno vicino alla terapia intensiva. Durante la prima ondata di questa primavera, nonostante le richieste, i reparti di Terapia Intensiva erano stati vietati ai giornalisti come a chiunque altro non fosse al lavoro. Adesso però le cose sono cambiate. La narrazione predominante sui social e sui canali Telegram è sempre la stessa, ovvero che la gravità della situazione è esacerbata dai giornalisti e dai medici, che le ambulanze girano vuote a sirene spiegate per terrorizzare la gente a casa, che gli ospedali sono deserti.

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Michele Grio, primario di rianimazione all'Ospedale di Rivoli in provincia di Torino, ha deciso di provocare proponendo i "Griotours", ovvero visite guidate in terapia intensiva per i negazionisti. Gli ho chiesto perchè l'ha fatto e lui ha risposto: "la mia era una boutade, un modo scherzoso che però affronta un problema serio. La gente, soprattutto quelli che non vedono ciò che facciamo nella rianimazione e negli ospedali Covid, non ha i mezzi per capire quello che sta succedendo, vengono loro calate dall'alto delle misure di limitazione della libertà personale. L'idea era di togliere i dubbi a queste persone che trovano tutto e il contrario di tutto sul web per far loro vedere di persona quello che stiamo affrontando qui in queste settimane e quello che abbiamo già affrontato in questa primavera".

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Prima di accompagnarmi verso l'acquario, ovvero la sala con una vetrata attraverso la quale posso vedere le sale di rianimazione dell'Ospedale di Rivoli, ci fermiamo un secondo di fronte a una targa affissa nel corridoio che porta all'ingresso dalla zona pulita, quella della vestizione dei medici e infermieri operativi in rianimazione: si tratta di una targa in marmo bianco dedicata a Davide Cordero, dottore anestesista che ha lavorato in questo reparto per molti anni prima di spostarsi a Monza. Michele Grio ricorda la sua telefonata di fine febbraio che lo avvertiva dello tsunami che si stava scatenando su tutti gli ospedali italiani: "Mi ha chiamato una sera che avevo in braccio mio figlio e mi ha avvertito. Dal giorno dopo abbiamo rivisto tutti i percorsi dell'ospedale, separando i percorsi e i pazienti covid/non covid. E' per questo che gli ospedali sembrano deserti. Ci siamo organizzati meglio. A lui dobbiamo molte vite, anche le nostre".

Purtroppo il Dottor Davide Cordero è morto il 12 maggio scorso, colpito da Covid, una delle vittime sul campo di una guerra che non sta facendo sconti a nessuno.

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