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La lotta di TeleJato per continuare a “fare i nomi”. Maniaci a Mattarella: “Intervenga”

Facebook, il sito, una tv locale commerciale che dà “un passaggio” a un telegiornale un poco più soft. Telejato, la storica emittente televisiva di Partinico, resiste allo switch off, per il momento, senza avere un canale. Affittarne uno per un anno, dopo il passaggio al nuovo digitale terrestre, costa troppo. E Pino Maniaci non può permetterselo.
A cura di Luisa Santangelo
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"Manca solo di alzare il coperchio del gabinetto e ci vedi dentro Telejato". Pino Maniaci ha sempre lo spirito che lo contraddistingue. Usa il water per spiegare la resistenza della sua televisione, a Partinico: una rete locale che dà loro "un passaggio", come dice lui, e manda in onda il suo telegiornale. Poi il sito di Telejato e la pagina Facebook della testata, dove vengono caricati i singoli servizi e il tg intero. "Una versione un po' soft, però, perché non vorrei fare querelare anche la proprietaria del canale che è così gentile da ospitarci", chiarisce lui a Fanpage.it. Arrivati nella redazione, dopo poco suona il citofono: "Pino, tieni, questi sono da parte mia e di quell'altra signora". L'uomo entra e porge a Maniaci una banconota da cinquanta euro. "L'ho fatto con il cuore. Ieri sera sono tornato tardi a casa e il mio pensiero era che non ero riuscito a vedere il telegiornale", aggiunge.

"Il clima è questo, la gente ci porta i soldi direttamente qui. Non possono stare senza di noi", racconta Maniaci, mentre si commuove. La parlantina non ne risente, ma lui è certo un po' provato: l'assoluzione dall'accusa di estorsione mossa a suo carico dalla procura di Palermo gli ha lasciato la voglia di scherzare sull'Iva, ma non soldi a sufficienza per mandare avanti Telejato dopo il passaggio al nuovo digitale terrestre. E, di conseguenza, dopo la necessità di pagare circa 3500 euro al mese per gli spazi di trasmissione al gestore della rete per la provincia di Palermo.

Il 5 maggio, Maniaci ha annunciato lo spegnimento degli impianti in coincidenza con lo switch off del vecchio digitale in provincia di Palermo. "Ho spento gli impianti, ma non ho spento Telejato", afferma lo storico giornalista. "Stiamo lavorando a inchieste rilevanti: abbiamo sollevato il caso della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Roma, ci sono indagini in corso, altro che Palermo". Il riferimento è al caso della ex presidente delle Misure di prevenzione palermitane, la giudice Silvana Saguto, condannata in primo grado a otto anni e mezzo per i presunti affari illeciti nella gestione dei beni confiscati alla mafia. Un caso approdato in tribunale anche dopo i servizi di Telejato. "Io non mi fermo", commenta Maniaci.

Sulla piattaforma GoFundMe, c'è una raccolta fondi per mettere insieme i 40mila euro necessari per pagare il contratto annuale con l'operatore di rete, cioè il privato vincitore di una gara d'appalto al Ministero dello Sviluppo economico per i diritti d'uso delle frequenze. "Noi eravamo esclusi, in prima battuta, perché non possiamo garantire la solidità economica della nostra televisione – aggiunge Maniaci – Mi hanno accusato di un'estorsione da 366 euro, cioè 300 euro più Iva, per della pubblicità…".

La sostenibilità della tv già prima dello switch off era appesa a un filo: "Siamo una tv comunitaria, non una tv commerciale – aggiunge Maniaci – Ogni ora di telegiornale possiamo mandare tre minuti di pubblicità". Un passaggio pubblicitario dura trenta secondi, quindi Telejato trasmette sei pubblicità per ogni ora di telegiornale. Quotidianamente si fanno due ore di tg. E si arriva a 12 pubblicità. "A 300 euro più Iva al mese per ciascuna pubblicità, quanto fa? Da questi bisogna togliere l'affitto, le bollette, la benzina, i mezzi…".

"Se riusciremo a risollevarci, le prossime estorsioni anziché farle da 300 euro più Iva, le farò da 600 euro più Iva. In modo da riuscire a mettere da parte i soldi che ci servono, anno dopo anno". La raccolta di denaro online ha superato di poco i 12mila euro. Mentre quella brevi manu prosegue anche grazie all'aiuto economico di alcune amministrazioni locali. "Io però vorrei fare un appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella – conclude Pino Maniaci – Durante il discorso di insediamento per il secondo mandato, ha parlato dell'importanza della stampa. Ma lo sa cosa si sta facendo? Quante reti televisive locali e nazionali stanno chiudendo, nel silenzio, in queste settimane e mesi? Io chiedo a lui di intervenire".

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