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La cannabis? È anche un potente antinfiammatorio e non ha effetti collaterali

Uno studio scientifico tutto italiano ha dimostrato che la cannabis è un efficace antinfiammatorio naturale, che potrebbe essere utilizzato in tutti gli stati infiammatori, cronici in particolare.
A cura di Mario Catania
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Tra le doti della cannabis spicca anche quella di essere un antinfiammatorio naturale. Come succede con altre piante, che danno origine a farmaci di uso comune che milioni di persone utilizzano per contrastare vari tipi di infiammazione, anche i derivati di questa pianta potrebbero dar vita a prodotti utilizzabili in una vasta gamma di patologie.

E’ l’idea al base di uno studio scientifico recente, tutto italiano, che è stato portato avanti dai professori associati di Farmacologia dell’Università dell’Insubria, Franca Marino e Marco Cosentino. Nel lavoro pubblicato sull’International Journal of Molecular Sciences infatti, spiegano che nelle loro analisi la cannabis si è rivelata un efficace antinfiammatorio.

Per arrivare a questo risultato hanno analizzato gli effetti del CBD, uno dei oltre 120 cannabinoidi contenuti nella cannabis, che non ha effetti psicotropi ma ha molteplici virtù terapeutiche per il trattamento di diverse patologie, e anche di una varietà di cannabis ad alto contenuto di questa molecola. In pratica la sostanza inibisce il rilascio di molecole che contribuiscono a creare l’infiammazione che, se diventa cronica, può causare danni ai tessuti.

“Le implicazioni possono essere molteplici”, sottolinea il professor Cosentino spiegando che: “riguardano potenzialmente tuti gli stati infiammatori in particolar modo cronici, che sono alla base di danni agli organi di vario genere: dalla aterosclerosi alle patologie autoimmuni, per arrivare a tutte quelle forme croniche che possono causare danni permanenti ai tessuti”.

Come ci ha raccontato la professoressa Franca Marino, dagli esperimenti effettuati sulle cellule risulta che: “Sia il CBD che l’estratto di cannabis hanno mostrato di contrastare gli effetti infiammatori indotti in laboratorio sulle cellule”.

La prospettiva futura è quella di utilizzare questi dati per poter iniziare delle sperimentazioni cliniche, e quindi su pazienti: il prossimo passo potrebbe infatti essere quello di testare questi principi attivi di origine naturale anche per patologie importanti come appunto l’aterosclerosi e diverse malattie autoimmuni, oppure usarlo per contrastare dolore e infiammazione in patologie più blande al posto dei farmaci che tutti abbiamo nell’armadietto del bagno.

Ad esempio, uno studio scientifico pubblicato su Rheumatology era giunto alla conclusione che la cannabis ha effetti terapeutici sull’artrite reumatoide esulle infiammazioni delle articolazioni. Oltre all’azione del CBD e di alti cannabinoidi è un effetto dovuto a diversi terpeni e alle cannaflavine, potenti antinfiammatori contenuti nella cannabis e in altre piante.

Quando si parla di infiammazione, termine che in medicina è sempre più all’ordine del giorno per le sue implicazioni, non parliamo solo di infiammazione cronica, che è associata a una serie di malattie molto gravi e mortali: nuovi studi hanno scoperto che l'infiammazione non necessaria ha un ruolo in molti disturbi quotidiani che riducono la qualità della vita e contribuiscono al dolore, alla malattia e alla sofferenza. Ad oggi i trattamenti per l'infiammazione sono tanto diversi quanto le sue cause. I farmaci utilizzati ad oggi vanno dall'aspirina all'ibuprofene, per arrivare ai corticosteroidi (cortisone, cortisolo etc…); tutti affidabili ed efficaci, ma che possono avere gravi effetti collaterali. Negli ultimi anni sono aumentati di popolarità di prodotti a base di erbe e altri rimedi naturali: chissà che un domani la scienza non confermi che i derivati della cannabis possano sostituire l’aspirina, come un’alternativa naturale ed efficace, oltre a poter trattare patologie più severe come già accade oggi.

Intanto la cannabis, grazie all’azione dei suoi diversi principi attivi, viene già ampiamente utilizzata in medicina per il trattamento del dolore, e un decreto di poco tempo fa del ministero della Salute autorizza i medici a prescriverla per qualsiasi tipo di dolore e non solo quelli dovuti ad alcune patologie come accadeva in passato.

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